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Chiesa cristiana in Turchia

In Turchia i cristiani sono un numero esiguo, circa 150 mila su una popolazione di 76 milioni di abitanti, pressoché totalmente musulmani. Quasi la metà di questi appartengono alla Chiesa Apostolica armena, mentre circa 50 mila sono i cattolici divisi fra latini, armeni, caldei e siro-cattolici. E saranno proprio i fedeli di quest’ultima confessione a potere veder sorgere una nuova chiesa per il proprio culto. Sarà il primo edificio religioso non musulmano costruito da almeno 90 anni a questa parte, dalla proclamazione della Repubblica nel 1923 ad opera di Mustafa Kemal Ataturk. L’apertura del presidente turco Erdogan viene considerato un gesto distensivo che segue la recente visita nel paese di papa Francesco. Nonostante la costituzione riconosca la libertà di culto, le minoranze sono soggette a restrizioni. Ad esempio la chiesa cattolica continua a non aver riconoscimento giuridico né lo status di confessione ammessa. L’annuncio della edificazione è stato dato nei giorni scorsi dal primo ministro Ahmet Davutoglu durante un incontro con i rappresentanti delle minoranze non musulmane nel paese. Del resto il vero incubo di Erdogan pare essere la visione di uno stato laico piuttosto che la presenza di risicatissime presenze di altre religioni: da qui la morbosa attenzione rivolta ad esempio al ruolo delle donne nella società, e in generale a varie azioni che vanno a snaturare il progetto repubblicano turco sostituendolo con una sorta di teocrazia moderata. La chiesa sarà costruita sul mar di Marmara, vicino ad Istanbul, nel sobborgo di Yesilkoy, dove già sorgono chiese cattoliche, armene, greche ed ortodosse.

Foto „Yeşilköy“ von GarasulluEigenes Werk. Lizenziert unter Gemeinfrei über Wikimedia Commons.