Accadde oggi, 5 febbraio

 

Il 5 febbraio di 20 anni fa, era il 2004, scompariva a Cuneo Benvenuto «Nuto» Revelli. Nato il 21 luglio del 1919, sempre a Cuneo, è stato uno dei più limpidi cantori delle genti. Come Rigoni Stern sta al Veneto, Revelli sta al Piemonte, alla sua gente, a cui ha dedicato quasi tutta la seconda parte della sua vita. La prima l’ha passata con un’arma in mano come molti suoi coetanei (proprio come Rigoni). Prima partendo come volontario sul fronte russo della Seconda Guerra mondiale, sul Don, in mezzo agli alpini e alla tragica ritirata del gennaio 1943, ricordata in questa rubrica alcune settimane fa, e poi sulle sue montagne, fra le fila dei partigiani, guidando una formazione di Giustizia e Libertà con modi duri e inappellabili.

 

Dopo la guerra inizia a scrivere. Per cercare di mettere a fuoco quello che è stata la Seconda Guerra mondiale analizzando sia la Campagna di Russia (e la ritirata) sia il periodo partigiano. Mai tardi. Diario di un alpino in Russia è la prima pubblicazione, ma subito dopo Revelli inizia un lavoro estenuante di ricerca di sopravvissuti dalla Russia di cui raccoglie le testimonianze ne La strada del Davai. Questo metodo diventerà il fondamento per i due libri forse più importanti. Ne Il mondo dei vinti la guerra è ormai superata, sullo sfondo, mentre vengono messe in evidenza le storie delle persone. Vite difficili, dure e tragiche della pianura, della collina e della montagna cuneese. Uno spaccato di vita che tutti dovrebbero leggere per capire da dove arriviamo. L’anello forte. La donna: storie di vita contadina è sempre una raccolta di testimonianze ma al femminile. Antesignano di quella che è oggi l’attenzione verso il mondo femminile, la violenza sulle donne, Revelli aveva capito con anni di anticipo la situazione delle donne che vivono nel mondo rurale.

 

Foto: Nuto Revelli in valle Stura nel 1944, comandante della Brigata Giustizia e Libertà “Carlo Rosselli”Pubblico dominio,