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Le chiese si mobilitano contro la violenza sulle donne

Questa settimana, che conduce all’otto di marzo, la newsletter di Riforma sarà caratterizzata da articoli che pongono l’accento sulle condizioni e sul ruolo delle donne in vari ambiti della nostra vita sociale. 

La scelta del giorno non è certo casuale: il 9 marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) e l’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (Unedi) della Conferenza episcopale italiana (Cei) lanceranno un Appello ecumenico alle chiese cristiane in Italia contro la violenza sulle donne. La firma congiunta dell’appello si terrà al Senato della Repubblica, alla presenza della presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini.

Un’iniziativa ecumenica che non ha precedenti e che vede l’adesione di numerose chiese cristiane di diverse confessioni attive sul territorio nazionale: oltre agli esponenti della chiesa cattolica e della Fcei, saranno infatti presenti, tra gli altri, diversi rappresentanti di chiese ortodosse, tra cui la Sacra Arcidiocesi ortodossa d’Italia e Malta, la chiesa copto-ortodossa, ed esponenti della chiesa anglicana, della chiesa cattolica ucraina di rito bizantino e della chiesa armena apostolica. Un appello congiunto che nasce dalla consapevolezza del ruolo chiave giocato dalle comunità cristiane nell’esercitare un ruolo educativo e pastorale per prevenire la violenza, non soltanto riconoscendo la dignità della donna e delle sue scelte di autonomia, ma anche promuovendo un percorso di consapevolezza tra gli uomini.

Ne parliamo con la pastora Maria Bonafede, membro del Consiglio della Federazione, che presenterà l’iniziativa in Senato.

Come è nata l’idea di proporre un appello congiunto?

«L’iniziativa ha avuto origine durante lo scorso Sinodo dall’incontro fra mons. Mansueto Bianchi, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo e don Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, con alcuni esponenti della Fcei e il moderatore della Tavola Valdese. Si è voluto sottolineare il fatto che l’emergenza della violenza sulle donne, che si esprime soprattutto all’interno delle mura domestiche, è un problema sociale che riguarda tutti e quindi anche il mondo ecclesiastico, perché le chiese hanno tanta parte nella formazione delle persone e possono esercitare una grande influenza sulla morale, i principi e il modo di condursi dei fedeli. E’ un terreno su cui ci siamo ritrovati subito e da questo impegno comune è nata l’idea di un appello che si rivolge al mondo civile e politico ma anche alle singole comunità, a cui viene chiesto di essere attente al problema».

Come è stato detto anche in Sinodo, i cristiani stessi non sono esenti dalla violenza di genere…

«Infatti vorremmo che l’appello suscitasse delle reazioni anche all’interno delle comunità, proprio perché questo problema riguarda anche le famiglie di credenti. Dunque, prima ancora che un richiamo all’esterno, l’appello vuole essere un’autocritica, un mettersi in discussione come chiese».

Non è semplice un confronto su un tema così delicato tra confessioni che hanno tradizioni e modi diversi di affrontare le questioni di genere.

«Questa è la grande scommessa che parte da questo appello. All’iniziativa hanno aderito molte chiese, anche al di là di quello che ci aspettavamo, quindi mi sembra che possa essere un’occasione per una scoperta reciproca a partire da un problema grosso e ineludibile, che tutte le chiese devono affrontare, a partire dal modo di porsi nei confronti del catechismo e di come viene interpretato il messaggio evangelico».

A questa seguiranno altre iniziative comuni?

«Speriamo che questo sia l’inizio per una collaborazione proficua e un approfondimento teologico del tema: per esempio, come dicevo, potrebbe anche nascere un ragionamento sul nesso fra predicazione, bibbia e violenza di genere».

L’appello “Contro la violenza sulle donne: un appello alle Chiese Cristiane in Italia” verrà lanciato il prossimo 9 marzo, alle ore 17, presso il Senato della Repubblica – Palazzo Giustiniani “Sala Zuccari”, via della Dogana Vecchia 29.

Sempre in occasione della Giornata della Donna, la Federazione delle Donne Evangeliche in Italia (Fdei) invita tutte le chiese evangeliche che hanno aderito alla campagna “Posto occupato” a dedicare uno spazio speciale durante il culto di domenica 8 marzo al tema della violenza contro le donne come negazione dei diritti della persona. La campagna, lanciata lo scorso 25 novembre, ha avuto un grande successo in tutta Italia, non soltanto nelle chiese – hanno aderito più di cento chiese di varie denominazioni evangeliche in Italia e in Ticino ma anche diverse chiese cattoliche – ma anche enti pubblici, luoghi di lavoro, scuole, ospedali, ristoranti e perfino palestre. Il foulard rosso su una sedia vuota, a ricordare l’assenza visibile di una donna uccisa per mano maschile, è diventata e continua a essere un’occasione per riflettere sulle cause sociali e culturali che alimentano la violenza di genere.