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Approvate 13 nuovi Unioni Montane in Piemonte

E’ stata approvata la delibera di giunta regionale che riconosce 13 nuove unioni di comuni montani. Comprendono un totale di 135 comuni e si vanno ad aggiungere alle 28 unioni montane già istituite in regione e deliberate a fine del 2014. Ora sono 41 unioni i nuovi enti costituiti che coinvolgono complessivamente 476 comuni, ovvero 92% degli enti coinvolti nella trasformazione verso le nuove figure giuridiche.

Rimangono ancora 48 i comuni che non hanno fatto una scelta definitiva verso una futura aggregazione. Dalla Regione fanno sapere che a breve questi comuni riceveranno a breve una nota congiunta da parte del vicepresidente Reschigna e dell’assessore Valmaggia nella quale si solleciterà un’imminente decisione.

Ieri vi abbiamo parlato dei problemi della situazione in val Pellice e dell’incertezza in cui si vive per quanto riguarda, servizi, personale e strutture. Anche in val Chisone con l’omonima Unione dei comuni le cose non vanno meglio, nel senso che l’organizzazione c’è e la voglia di lavorare insieme anche, ma mancano ancora oggi, dopo tre mesi dall’entrata in vigore dell’ente, indicazioni chiare da parte della Regione e degli assessorati competenti, Valmaggia, assessore alla montagna, e il presidente Chiamparino con delega agli enti locali.

L’urgenza nei confronti della costituzione delle unioni montane rimanenti è dettata dalla recente approvazione, in Consiglio regionale, della l.r. 3/2015 “Disposizioni regionali in materia di semplificazione”, all’interno della quale sono contenuti due fondamentali articoli finalizzati entrambi a promuovere l’avvio dell’operatività delle unioni.

I nuovi enti territoriali, riconosciuti ai sensi delle ll.rr. 11/2012 e 3/2014, avranno ora la facoltà di esercitare le funzioni in capo alle comunità montane. Tali funzioni saranno esercitabili in via provvisoria sin da subito, nell’attesa del definitivo conferimento che avverrà, in modo formale, all’atto dell’approvazione della legge di bilancio regionale, prevista ad aprile.

Per quanto riguarda le comunità montane interamente trasformatesi in unioni montane di comuni, la l.r. 3/2015 ha introdotto la norma del decreto del Presidente della Giunta che sarà lo strumento che ne garantirà la fine.

Gian Paolo Beretta, il sindaco di Borgo San Dalmazzo, il comune più popoloso dei 135 inseriti nelle nuovi Unioni ci ha detto «Per noi in confronto a prima cambia poco o nulla. Prima facevamo parte della Comunità Montana Valle Stura, ma noi non saremo interessati dalle funzioni comunali perché non è obbligatorio. Oltre i 3000 abitanti infatti non si è tenuti a mettere nell’Unione le funzioni comunali, ma siamo interessati per quanto riguarda le funzioni montane che saranno trasferite dalla Regione appena verrà approvato il bilancio a fine aprile. Noi siamo interessati per quanto riguarda la solidarietà rispetto agli altri comuni più piccoli, per quel principio di sussidiarietà, anche per ottenere fondi strutturali europei. Vogliamo perseguire l’interesse generale attraverso una mediazione di interessi distinti che ciascun paese ha, senza essere sopraffatto o escluso».

Foto “Sambuco pan da borgata serre” by F CeragioliOwn work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.