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India. Crescono gli atti di violenza e vandalismo contro le chiese cristiane

In una lettera inviata il 19 marzo al rev. Dr. Roger Gaikwad, segretario generale del Consiglio nazionale delle Chiese in India (Ncce), il rev. dr Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), ha espresso solidarietà alle chiese in India che sono bersaglio di un crescente numero di atti di violenza e vandalismo. In particolare Tveit ha espresso il suo profondo

turbamento nell’aver appreso di un altro atto di vandalismo avvenuto contro una chiesa nel distretto di Hisar dello stato dell’Haryana domenica 15 marzo 2015, e di una suora di 70 anni stuprata da una decina di uomini in un convento di Ranaghat, nel Bengala Occidentale.

Tveit ha affermato che questi attacchi sono fonte di preoccupazione in quanto sono percepiti come parte di un disegno più ampio di repressione contro le comunità di minoranza e il loro diritto fondamentale di praticare e professare una religione liberamente scelta.

«A questo proposito, il recente aumento del numero degli attacchi contro i cristiani e le istituzioni cristiane rappresenta una profonda minaccia per il tessuto sociale laico e pluralista dell’India dove diverse comunità religiose hanno prosperato e vissuto armoniosamente attraverso i secoli. Il Consiglio ecumenico delle chiese condanna ogni atto di violenza o di violazione che riguarda le persone e i luoghi, sulla base della loro identità religiosa, e sostiene la sacralità e la dignità di ogni vita e il diritto universale alla libertà religiosa», ha sottolineato Tveit.

Tveit, che già in una lettera inviata il 2 dicembre 2014 lettera al Primo ministro indiano, Narendra Modi, chiedeva azioni che favorissero una cultura della laicità democratica, ha incoraggiato il governo a «prendere misure adeguate ad impedire l’ulteriore violazione della dignità umana o violenza contro la comunità cristiana in India».

Fonte: Cec

Foto “Christ Pantocrator Deesis mosaic Hagia Sophia” di Photo: Myrabella / Wikimedia Commons. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.