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13 aprile 1598 – Promulgato l’editto di Nantes

Le guerre di religione che hanno insanguinato la Francia nella seconda metà del 1500 trovano un argine nell’editto emanato il 13 aprile del 1598 da re Enrico IV, che sancisce una tregua nelle feroci dispute fra cattolici e ugonotti. Tregua che, zoppicante, reggerà quasi un secolo fino all’editto di Fontainebleu di Luigi XIV nel 1685.

L’editto di Nantes è un compromesso fra le diverse tensioni: viene riconosciuta la libertà di coscienza e di culto nei territori in cui i protestanti si erano installati prima del 1597 tranne che a Parigi, Rouen, Lione, Digione e Tolosa mentre i cattolici non possono praticare a Saumur, La Rochelle e Montpellier. Agli ugonotti viene inoltre concesso un centinaio di piazzeforti militari.

I principi dell’editto di Nantes saranno in larga parte disattesi e subiranno una progressiva abrogazione. Le piazzeforti vengono tolte ai protestanti già nel 1629 con l’editto di Alès e dal 1660 Luigi XIV inizia una politica di conversione forzata dei protestanti, manovra preliminare all’editto di Fontainebleu che revoca le libertà agli ugonotti, che nuovamente vengono perseguiti e cacciati casa per casa, provocando ondate migratorie verso le colonie nel nuovo mondo, e poi in Germania, in Svizzera, in Olanda.

Ci vorrà ancora un secolo e un re con la testa mozzata perché i protestanti francesi possano tornare a godere di pieni diritti.

Foto “Edict Nantes plaque castle” di Man vyiOpera propria. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.