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Accadde oggi, 14 aprile

Chi ha scritto più storie di lui?

Favole a macchina o al telefono, storie all’incontrario o in rima ma sempre giochi di intelligenza e fantasia che attraversano il mondo per scompaginarlo e riscriverlo: con ironia, sagacia e bizzarro disordine, anche lessicale, con salti di parole che si inseguono, si intrecciano e si ricombinano. Perché son scritte per bambini e bambine e, si sa, i piccoli hanno una vista più acuta e della realtà così com’è se ne fanno un baffo.

Gianni Rodari, nato ad Omegna nel 1920, è stato poeta, scrittore, pedagogista e fanciullo; i suoi libri per ragazzi sono stati tradotti in moltissime lingue, innumerevoli i premi ricevuti (nel 1970 vinse il Premio Hans Christian Andersen, divenendo l’unico italiano del settore scrittori a riceverlo) e pure le vie e le piazze (e le scuole – anche la primaria di Torre Pellice) a lui intitolate. Attivo nella Resistenza lombarda, dopo la Liberazione entrò nel Pci; è stato maestro e pure precettore in una famiglia di ebrei tedeschi fuggiti dalla Germania. In piena guerra fredda venne anche scomunicato dal Vaticano, che ordinò alle parrocchie di bruciare i libri dell’«ex-seminarista cristiano diventato diabolico».

Abbiamo tutti imparato una sua frase, una rima, un gioco di parole, senza magari sapere, o senza ricordare, che fossero del geniale piemontese che ha saputo continuare a stupirsi senza invecchiare mai.

Tre per uno Trento e Belluno
Tre per due bistecca di bue
Tre per tre latte e caffè
Tre per quattro cioccolato
Tre per cinque malelingue

Foto “Russia stamp 1992 No 16” di Scanned and processed by Mariluna – Personal collection. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.