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Pinerolo: scambio di doni eucaristici

In queste ultime settimane nel nostro Paese si stanno moltiplicando i segnali di «disgelo ecumenico». A metà febbraio, per la prima volta, il segretario generale della Conferenza episcopale italiana ha partecipato a un convegno della Federazione delle chiese evangeliche; all’inizio di marzo cattolici, evangelici e ortodossi hanno presentato un appello comune contro la violenza sulle donne; a fine mese è stata annunciata la visita di papa Francesco alla chiesa valdese di Torino, che avrà luogo a giugno.

Un altro segnale di disgelo, piccolo ma significativo, è venuto pochi giorni fa dal Piemonte: dalla diocesi di Pinerolo, il cui territorio coincide con le Valli tradizionalmente abitate dai valdesi. Qui, in occasione della Pasqua, è avvenuto uno scambio di doni «eucaristici»: i valdesi hanno donato ai cattolici il vino per la veglia pasquale in Duomo, e i cattolici hanno donato ai valdesi il pane per la celebrazione della Cena del Signore, durante il culto della mattina di Pasqua.

Il teologo valdese Sergio Rostagno ha spiegato che il gesto prende spunto da un’antica consuetudine delle chiese d’Oriente e d’Occidente, documentata dallo storico Eusebio di Cesarea: pur avendo delle divergenze sull’osservanza di alcuni riti, esse continuavano a praticare la reciproca ospitalità eucaristica. Oggi le chiese sono divise alla mensa del Signore, ma per Rostagno «riscoprire l’antica abitudine di scambiarsi almeno qualche elemento che ricordi la comunione (…) ci aiuta a comprendere che, nella consapevolezza delle tensioni ecumeniche, si può anche ravvisare una reale fraternità», nell’attesa di arrivare a una piena comunione. Per questo lo scambio del pane e del vino a Pasqua, ha detto il pastore valdese di Pinerolo, Gianni Genre, è «una piccola cosa che ha però una valenza simbolica molto forte; è la primizia di qualcosa di più grande».

Certo, qualcuno potrebbe obbiettare che si tratta davvero di una piccola cosa, visto che da anni, anche in Italia, esistono gruppi ecumenici che praticano la reciproca ospitalità eucaristica, sfidando le rigide regole del diritto canonico. Altri potrebbero replicare che le «fughe in avanti» non servono. Personalmente non credo sia utile, in campo ecumenico, contrapporre le iniziative spontanee di base ai gesti più ufficiali, come quello di Pinerolo. In modi diversi le une e gli altri sono espressioni dello stesso desiderio di unità, testimonianze di una fioritura piena di speranza per un ecumenismo non fine a se stesso, ma «affinché il mondo creda» (Giovanni 17, 21).

Foto: Pane, di Tarmtott, Licenza: CC0 Public Domain
 

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