napo

Accadde oggi, 5 maggio

Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza: nui chiniam la fronte al Massimo Fattor, che volle in lui del creator suo spirito più vasta orma stampar.

Sono i celebri versi dell’Ode manzoniana a celebrare meglio di qualunque altro epitaffio la fine dell’avventura (e mai termine sarà accostato con miglior precisione ad un personaggio) di Napoleone Bonaparte. In realtà in Europa la notizia della morte dell’Imperatore che per un ventennio ne è stato l’instancabile dominus giunge solo alcuni mesi dopo, a luglio, insieme ai resoconti sulla sua conversione cristiana in punto di morte, dopo aver saccheggiato le chiese di ogni confessione e foggia durante le scorribande dalla Spagna alla Russia.

E’ proprio questo aspetto a smuovere la coscienza e la penna del grande scrittore milanese, cattolico liberale, che gode già di indiscussa fama fra i suoi contemporanei. Manzoni vede proprio la mano della Divina Provvidenza guidare le gesta eroiche e le affannate corse dal Manzanarre al Reno par venue corso, arrivando a soggiogare il tempo, due secoli, l’un contro l’altro armato, sommessi a lui si volsero, per donare gloria immortale al più importante dei figli di Dio , ché più superba altezza al disonor del Gòlgota, giammai non si chinò.

Il 5 maggio 1821, a quasi sei anni dall’approdo nella sperduta isola dell’Atlantico Sant’Elena, a 51 anni, un tumore allo stomaco pone fine all’esistenza terrena di quello che è stato anche re d’Italia, la cui opera più importante, al di là delle arcinote vittorie militari, rimane il codice civile, pietra miliare del laicismo, preso a modello da tutti gli stati europei, e base ancora oggi del diritto italiano.

A Waterloo, durante la battaglia che ne decreterà la fine, Napoleone sul fronte avverso trova a combattere un tenente colonnello inglese, di origine canadese, che legherà il suo nome in maniera indissolubile al mondo valdese: Charles Beckwith, che vi perderà una gamba e si ritirerà anch’esso dall’esercito per poi scoprire il valdismo grazie alle letture dei libri di Gilly. Senza Waterloo forse Beckwith non avrebbe mai incrociato le vicende dei poveri di Lione, e molte opere, templi, scuole e edifici valdesi avrebbero faticato molto di più per vedere la luce.

Foto “Napoleon I of France by Andrea Appiani” di Andrea Appiani – The Yorck Project: 10.000 Meisterwerke der Malerei. DVD-ROM, 2002. ISBN 3936122202. Distributed by DIRECTMEDIA Publishing GmbH.. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.