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In Indonesia non è più obbligatorio indicare sulla carta d’identità la propria religione

Traduzione Claudio Geymonat da lavie.fr

E’ la fine di un dibattito che dura da anni: da alcuni giorni i cittadini indonesiani possono lasciare in bianco la casella “religione” presente sui propri documenti di identità, o possono inserire anche una fede che esuli dalle sei ufficialmente riconosciute.

La richiesta della religione di appartenenza veniva giustificata dalle autorità con l’obiettivo di poter disporre di informazioni precise sui riti funerari da osservare in caso di morte; motivazione debole che in realtà nascondeva altre intenzioni.

La norma risale ai tempi del lungo regime del presidente Suharto (1966-1998), pensata per stanare i comunisti ancora presenti nel Paese: essi si presumeva fossero atei per cui non avrebbero indicato alcuna religione in questo modo svelandosi, o se ne avessero indicata una avrebbero in qualche modo mostrato un allontanamento dalla dottrina marxista.

In questi ultimi anni il dibattito è stato molto acceso fra i detrattori e i difensori della legge; i primi ritengono che abbia costretto milioni di donne e uomini che non si riconoscevano in uno dei culti riconosciuti (islamismo, protestantesimo, cattolicesimo, induismo, buddismo e confucianesimo) a indicarsi come musulmani, religione dominante nel Paese, per poter aver così accesso a impieghi pubblici da cui sarebbero altrimenti esclusi, o ancor peggio per non subire repressioni e violenze, retaggio questo soprattuto degli anni della dittatura. Per i difensori della norme era vero l’esatto opposto: conoscendo la fede di ogni cittadino consentiva di essere più aperti e tolleranti nei confronti di tutti. La portata dell’abolizione resta da definire, ma secondo molti osservatori vi saranno notevoli conseguenze, con variazione del peso delle varie religioni. Il censimento del 2010 indica sui 237 milioni di indonesiani i musulmani in percentuale pari all’86%, i protestanti al 6%, i cattolici al 3%.

Foto di Dede Kharisma via Flickr | Licenza CC BY 2.0