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A Torre Pellice la Conferenza distrettuale del II distretto

Le chiese valdesi del II distretto si ritroveranno il prossimo weekend a Torre Pellice per l’annuale conferenza distrettuale. Il II distretto raggruppa le chiese valdesi dal quarto al nono circuito nelle zone del Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria, Triveneto, Emilia Romagna a cui si uniscono le chiese del circuito svizzero.

La conferenza inizia il venerdì sera con la nomina del seggio e l’inizio della lettura delle relazione della Commissione d’esame sull’operato della Commissione Esecutiva Distrettuale, in modo da poter partire il giorno successivo con i lavori in gruppi e lasciare più spazio al dibattito e al confronto. La serata del sabato sarà invece dedicata al progetto di Mediterranean Hope e ad Essere chiesa insieme.

«Nel nostro distretto – dice il pastore Ruggero Marchetti presidente della Commissione esecutiva distrettuale (Ced) – abbiamo grandi chiese di città come Bologna, Milano e Torino affiancate da chiese molto piccole. Questo porta ovviamente a dover gestire situazioni molto diverse l’una dall’altra: possiamo ben immaginare che la quotidianità che si conduce in una grande chiesa è del tutto diversa da quella delle piccole realtà. Questo porta ad uno scambio positivo di esperienze ma anche ad una difficoltà di comunicazione tra chiese».

Uno degli aspetti su cui la Ced ha lavorato molto è proprio quello dei conflitti, argomento principale della conferenza dello scorso anno. La Commissione ha ricevuto l’incarico di proseguire la riflessione sul tema, utilizzando anche modalità di lavoro in gruppo e nella scorsa primavera numerose persone hanno partecipato ad un seminario organizzato alla chiesa metodista di Milano che aveva l’obiettivo di affrontare il tema delle tensioni tra le persone che scaturiscono, in buona parte, da cattive pratiche di relazione.

Un altro tema importante al centro del lavoro in gruppi del sabato mattina è l’evangelizzazione. «Nella nostra relazione abbiamo agganciato le due tematiche principali, conflitti ed evangelizzazione – aggiunge Marchetti – perché ci sembra che tra loro ci sia un rapporto. Crediamo che uno dei motivi delle divergenze nelle nostre chiese sia anche dovuto al fatto che viviamo in realtà piuttosto chiuse e a volte dimentichiamo che siamo presenti anche per portare avanti l’annuncio del vangelo alla società. Vorremmo che questo aspetto venisse tenuto in maggiore considerazione, anche durante i nostri culti, che sono pubblici e aperti all’esterno. Ciò che facciamo non è solo per noi, ma anche per rendere testimonianza. In questi ultimi anni è costante l’arrivo di persone adulte che si avvicinano alla nostra chiesa valdese e vogliono entrare a farne parte dopo un percorso di catechismo: palese dimostrazione che c’è interesse nei nostri confronti. Uno stimolo per continuare ad aprirci sempre di più all’esterno: se spalancassimo le porte e le finestre delle nostre chiese potremmo superare alcune situazioni di claustrofobia che portano al nervosismo e all’insofferenza. Facendo entrare aria fresca credo ne avremmo anche un giovamento nel clima interno delle chiese. Questo discorso vale sia per le grandi città che per le più piccole, anche se per quelle che sono situate in centri cittadini è molto più semplice affacciarsi alla vita culturale e teologica che le circonda».

Foto Paolo Ciaberta