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Roma. Conferenza del Consiglio internazionale dei cristiani ed ebrei

Dal 28 giugno al 1 luglio scorsi si è tenuta a Roma la Conferenza Internazionale dei cristiani ed ebrei, nel corso della quale è stato celebrato, in particolare, il 50° anniversario della Nostra Aetate, la Dichiarazione fondamentale del Concilio Vaticano II, che ha dato inizio ad una nuova stagione di dialogo tra cattolici e persone di altre religioni, in particolare l’ebraismo.

Nel suo intervento alla plenaria finale, la dr.ssa Clare Amos, del Programma per il dialogo inter-religioso e la cooperazione del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), compiendo un excursus storico sulle relazioni ebraico-cristiane, ha richiamato la forte condanna dell’antisemitismo compiuta dal Cec nella sua prima assemblea ad Amsterdam nel 1948.

«Sono orgogliosa del linguaggio forte che il Cec utilizzò nella sua prima assemblea ad Amsterdam nel 1948 per ripudiare l’antisemitismo: “L’antisemitismo è un peccato contro Dio e l’uomo”. Si ritiene che questa affermazione abbia influenzato le posizioni in Vaticano, divenendo quasi precorritrice della Nostra Aetate», ha detto Amos.

Poi, parlando del futuro delle relazioni ebraico-cristiane, ha aggiunto: «Dobbiamo renderci conto del vasto cambiamento che sta avvenendo nel cristianesimo, il cui centro di gravità sia in termini di demografia sia in termini di potere istituzionale, si sta sempre più spostando verso il Sud del mondo, verso l’Asia, l’Africa e soprattutto, verso l’America Latina. È fondamentale che i nostri partner del dialogo ebraico comprendano questo e apprezzino la sua importanza per il nostro futuro comune».

I membri della Conferenza sono stati ricevuti da Papa Francesco in udienza privata. Il pontefice ha parlato di come la Nostra Aetate «rappresenta un “sì” definitivo alle radici ebraiche del cristianesimo e un irrevocabile “no” all’’antisemitismo».

(Fonte: Cec)

Foto di lena1, con Licenza: CC0 Public Domain, via Pixabay