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Colombia. Accordo raggiunto tra il governo e le Forze armate rivoluzionarie (Farc)

Il 12 luglio scorso a L’Avana, dove da quasi tre anni sono in corso i negoziati di pace tra il governo della Colombia e il gruppo guerrigliero delle Farc, sì è raggiunta un’importante intesa. Essa prevede che le autorità di Bogotà depotenzino la propria azione militare di contrasto alla guerriglia in cambio di uno stop dell’offensiva delle Farc, che hanno annunciato una tregua unilaterale di un mese, a partire dal prossimo 20 luglio.

Il conflitto armato, che dura da 52 anni, è costato finora molte vite umane: oltre 200 mila morti per l’80% civili ed almeno 7 milioni di persone vittime (ferite, sequestrate, fuggiasche, scomparse) della guerra intestina tra gruppi ribelli e governi centrali in Colombia.

Il 6 luglio scorso il Dialogo inter-ecclesiale per la pace in Colombia (DIPaz) – costituito da organizzazioni ecumeniche mondiali, tra cui il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), Act Alliance, la Comunione mondiale delle chiese riformate, la Federazione luterana mondiale, e i rappresentanti di 40 chiese locali, organizzazioni ecumeniche e un centinaio di partner internazionali – aveva inviato una lettera al presidente colombiano Juan Manuel Santos, al capo negoziatore del governo dell’Avana, Humberto de la Calle, al comandante Farc, Timoleonte Jiménez, e al capo negoziatore delle Farc, Luciano Marín, nella quale si invitavano il governo ad assumere una posizione che privilegiasse la vita e il dialogo, e le Farc a rispettare il cessate il fuoco.

«Esprimiamo la nostra soddisfazione per la volontà espressa dal governo di negoziare un cessate il fuoco bilaterale e la decisione delle Farc di avviare un cessate il fuoco unilaterale per un mese a partire dal 20 luglio, come passo importante verso un accordo che coinvolge entrambe le parti. Chiediamo al governo di compiere un porcesso di de-escalation della propria azione militare e alle Farc di mantenere la tregua unilaterale», si legge in un comunicato diffuso dalla Dipaz subito dopo l’accordo.

L’intesa è stata accolta favorevolmente anche dai vescovi delle diocesi di Quibdo, Tumaco, Tibu e Santa Marta, insieme agli arcivescovi di Cali e Medellin, che durante un incontro con la stampa – ha riferito l’agenzia Fides – hanno presentato le sfide che esistono nella regione, sottolineando che le loro giurisdizioni ecclesiastiche sono state le più colpite dal conflitto in questi ultimi mesi.

Foto: “Salitre 2007 (8)” di ElviperOpera propria. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.