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«Siete nostre sorelle, benvenute!»

Ora sono otto donne e una bambina di 13 mesi, ma erano almeno in venti. Domenica scorsa hanno partecipato al culto nel tempio di Luserna San Giovanni; sono tutte evangeliche, quattro di loro hanno cantato un canto, anzi, erano diversi canti che si susseguivano, senza interruzione, nella stessa tonalità; hanno cominciato tutte insieme e poi una solista scandiva la melodia, mentre le altre, in coro, la seguivano incalzando sempre più con passione e trasporto. Insieme alle altre, rimaste sulle panche, in piedi, il loro corpo si muoveva per partecipare al canto e le mani che battevano segnavano un ritmo sincopato. Tutta la comunità, sorpresa, ha vissuto con trasporto quel modo così insolito di cantare, ma così intenso e spirituale che, alla fine, ha applaudito vigorosamente.

Non avevano scarpe, ma neppure vestiti adatti per andare al culto, perciò la Boutique Charls Albert del Rifugio ha fornito loro tutto il necessario, sembravano come bambini persi in un negozio di giocattoli cercando di accaparrarsi i vestiti più belli e le scarpe più adatte. Per le signore del Ri-circolo è stata una bella prova di pazienza.

Parlano l’inglese, ma non hanno la Bibbia, perciò sono andato con Angelo e Andreina per leggere insieme la Bibbia e per pregare. Purtroppo, la mia Bibbia inglese non è nella versione del «King James» del 1611, e se ne sono subito accorte, ma dopo una ricognizione attenta di alcuni brani, hanno approvato la mia versione più moderna. Andreina ha organizzato per loro le lezioni di italiano accolte con favore e Angelo alcune passeggiate per le nostre Valli.

Sono giovani nigeriane che hanno attraversato prima il deserto e poi il Mediterraneo sulle carrette della speranza per dare una dignità alla loro vita, forse per sfuggire a Boko Haram, l’organizzazione terroristica jihadista contraria all’istruzione occidentale e al cristianesimo; forse a causa della povertà. Loro non ne parlano volentieri, come dar loro torto! Il Prefetto di Torino le ha inviate a Luserna San Giovanni presso una struttura che se ne prende cura. Diverse di loro, però, se ne sono andate, forse hanno proseguito il viaggio varcando i nostri confini, sicuramente altre ne arriveranno. E noi saremo pronti a dir loro: «siete nostre sorelle, benvenute!»?

Foto P. Romeo/Riforma