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Responsabilità e aiuti per i rifugiati in Europa

Nel pieno di questa immensa crisi umanitaria rappresentata dai drammatici flussi dei rifugiati dall’Africa e dal vicino oriente continuano gli appelli del Consiglio Ecumenico delle Chiese, Cec, per sollecitare «le nazioni europee ad assumersi la responsabilitá di accogliere e supportare popolazioni in cerca di rifugio, di sicurezza e di un futuro migliore».

Il segretario generale del Cec Olav Fykse Tveit ha ribadito che «la gestione dei flussi non può essere scaricata sul primo Stato di arrivo delle persone, ma va attuata, e in gran fretta, una politica europea unitaria per governare una situazione di giorno in giorno più drammatica. L’Europa, da est ad ovest, sta vivendo una prova estrema, che mette anche alla prova la capacità dei Paesi di mantenere alti i valori della dignità e del rispetto dei diritti»

In quella che si sta prefigurando come la peggior crisi umanitaria sul suolo europeo dal secondo dopoguerra Tveit vede «una carenza di decisioni comuni capaci di far davvero fronte alla questione. La compassione non basta , servono politiche capaci di andare alla fonte del problema, a dialogare nei Paesi da cui queste persone sono costrette a fuggire». Dall’altro lato l’Europa ha il dovere di accogliere i rifugiati e per questo il segretario del Cec si dice «sconvolto nel sentire di governi che stanno rifiutando queste persone in base a differenze religiosi o etniche. Noi incoraggiamo costantemente le chiese a impegnarsi con tutte le forze per ospitare gli stranieri e dare loro una risposta forte, un benvenuto non a parole, ma con i fatti. Una collaborazione ecumenica risulta decisiva in questo frangente per remare tutti nella stessa direzione».

In questi giorni in cui il governo ungherese mostra la sua vera faccia al mondo, a Budapest sta operando la Hia, Hungarian Interchurch Aid, una organizzazione non governativa fondata nel 1991 dalle chiese riformata, luterana, metodista, unitaria e ortodossa, tutte insieme per impegnarsi nel sociale. E’ sostanzialmente la sola organizzazione ungherese che sta tentando di gestire l’accoglienza delle decine di migliaia di disperati che si accalcano nelle stazioni per tentare di raggiungere le destinazioni sognate.   

Fonte: Wcc

Foto “CP-313” by Vito Manzarihttp://www.flickr.com/photos/vitomanzari/2711675468/. Licensed under CC BY 2.0 via Commons.