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A Milano i primi lotti per nuovi luoghi di culto

Si è chiamato PalaSharp, PalaTrussardi, PalaVobis, PalaTucker, MazdaPalace, e quando anche l’ultima sponsorizzazione se ne è andata a cercare gloria e visibilità altrove è rimasto solo Pala.

E’ il destino nel nostro Paese di una marea di palazzi e edifici spesso ciclopici, sorti in fretta nelle periferie delle città per ospitare concerti, raduni, congressi. Figli dell’abusivismo galoppante o per lo meno di visioni a corto raggio dei politici di turno.

Senza sforzarci ognuno di noi può pensare ad uno scheletro di grande arena abbandonata presente nelle proprie città. L’ex PalaSharp di Milano ha chiuso definitivamente nel 2011 ed ora grazie al bando del Comune di Milano per l’edificazione di nuovi luoghi di culto non rimarrà per decenni a ricordarci le nostre megalomanie, ma verrà abbattuto per fare posto ad una moschea progettata dall’archistar Italo Rota. Sarà un polo culturale aperto alla città e non solo un luogo di culto.

E’ stata infatti l’associazione musulmana Caim , Coordinamento associazioni islamiche di Milano, ad aggiudicarsi il bando per la destinazione del lotto, secondo la classifica stilata dagli uffici competenti proprio ieri. Tre i lotti messi a gara in questa tornata: una seconda moschea sorgerà in via Esterle a cura della Casa della Cultura Musulmana di via Padova, gestita da anni dall’architetto giordano Mahmoud Asfa, premiato nel 2009 con l’Ambrogino d’oro, massima onorificenza meneghina, per il suo impegno nel dialogo religioso e sociale.

Agli evangelici cingalesi della Chiesa Shalom Gospel Church è andato invece il lotto di via Marignano, zona Rogoredo.

Continua quindi il braccio di ferro fra la giunta comunale del sindaco Giuliano Pisapia, e quella regionale guidata da Roberto Maroni: se da palazzo Marino l’iter per le assegnazioni dei lotti di terreni prosegue come nulla fosse, da palazzo Lombardia la maggioranza di centrodestra fa notare che esiste da inizio 2015 una legge regionale che fino a prova contraria, e la prova contraria può arrivare con un giudizio di incostituzionalità, pone forti limitazioni all’edificazione di nuovo luoghi di culto.

La battaglia ideologica prosegue e ha tutta l’aria di avere tempi lunghi, fra ricorsi e controricorsi.

Nel mentre altre cattedrali nel deserto attendono di tornare a nuova vita, di riqualificarsi come luogo di aggregazione, recuperando alla città aree destinate altrimenti ad irrimediabili rovi, calcinacci, accampamenti abusivi.

Foto Images ©iStockphoto.com/fazon1