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Pen Pinter 2015 al blogger saudita Raif Badawi

E’ stato assegnato ieri il premio Pen Pinter 2015, riservato a giornalisti o scrittori che interpretano con coraggio il proprio mestiere, e che per questo semplice motivo subiscono minacce, violenze, arresti in ogni angolo del mondo.

Il riconoscimento è dedicato alla memoria del geniale premio Nobel Harold Pinter, scomparso nel 2008, che nelle sue opere teatrali, nei suoi scritti e soprattutto nella vita di ogni giorno è stato baluardo nella difesa dei diritti degli oppressi e dei dimenticati.

E non è quindi casuale che il premio, assegnato ad esempio nel 2011 anche a Roberto Saviano, in segno di vicinanza e solidarietà a seguito delle minacce di morte ricevute, sia stato quest’anno attribuito al blogger saudita Raif Badawi, detenuto dal maggio 2014 a seguito di una condanna a dieci anni di carcere e mille frustate per aver fondato un blog che osava sfidare i monarchi del suo Paese chiedendo loro maggiore democrazia e libertà, chiuso d’imperio dalle autorità giudiziarie con l’accusa di insulti alla religione islamica.

Il blog di Badawi “Free Saudi Liberals” raccoglieva le testimonianze di privati cittadini costretti a subire soprusi in nome di un controllo ferreo sulla vita quotidiana e si faceva collettore di chi con forza chiede maggiori aperture democratiche. Il giovane è costretto a subire spesso le frustate, diluite in serie di 50 una volta a settimana, in pubblico, aumentando umiliazione e vergogna.

L’Arabia Saudita, cui in questi giorni è stata tolta la qualifica di nazione ospite del prossimo Salone del libro di Torino, rintuzzando in questa maniera una scandalosa decisione che aveva suscitato lo sdegno di molte istituzioni, associazioni e realtà politiche, dal suo canto replica elencando i reati di cui Badawi ed altri oppositori (di questi giorni la condanna a morte di Ali-Nimr, il ragazzo giudicato colpevole per aver preso parte ad una manifestazione contro il regime da minorenne). Elenco ampio ma su cui è impossibile compiere accertamento alcuno, essendo arbitraria la gestione del sistema giudiziario nel grande Paese arabico.

Il premio a Badawi vuole aiutare a tenere alta l’attenzione della comunità internazionale sulle troppe persone ancora in carcere per reati di opinione. L’Arabia Saudita è nello scacchiere mediorientale la nazione con maggior uso di social network e connessioni internet attive, ma il controllo delle autorità sui contenuti è totale e ogni minimo tentativo di critica viene affossato da minacce e condanne.  

Foto di Amnesty Finland via Flickr | Licenza CC BY 2.0