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Lampedusa, simbolo di disperazione e di accoglienza

«Fate parte dell’Italia migliore. Il volontariato è una grande risorsa per il nostro paese»: con queste parole il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è rivolto a sei operatori, invitati a rappresentare il mondo del volontariato, per testimoniare il loro impegno e presentare le loro attività presso il Palazzo del Quirinale in occasione della cerimonia per la Giornata internazionale del volontariato istituita dalle Nazioni Unite nel 1985 allo scopo di promuovere, valorizzare e incoraggiare l’attività svolta dai volontari di tutto il mondo. La cerimonia è stata condotta dalla presentatrice Geppi Cucciari che ha intervistato sei volontari impegnati in diverse aree, tra cui Marta Bernardini, che si occupa di assistenza ai rifugiati e richiedenti asilo nell’ambito del progetto Mediterranean Hope della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) – con un Osservatorio sulle migrazioni mediterranee a Lampedusa e una Casa delle culture e di accoglienza a Scicli (Rg) e che insieme alla Comunità di Sant’Egidio sta istituendo dei corridoi umanitari dal Marocco e dal Libano.

«Vivere a Lampedusa mi ha cambiato l’esistenza. Cambia la prospettiva con cui guardi il mondo e gli eventi del nostro tempo. Da questo scoglio nel cuore del Mediterraneo passa l’umanità intera – ha detto Marta Bernardini rivolgendosi al capo dello Stato e alla presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini – Per il nostro lavoro ci troviamo a raccontare l’isola e a incontrare le persone che l’attraversano. Insieme ad altri volontari siamo presenti al molo di Lampedusa nel momento in cui approdano i profughi. Ho incontrato tanti volti e tante storie in questi mesi. E poi ci sono i volti di chi è cresciuto in quella piccola isola. Un luogo diventato simbolo per tutto il mondo, isola che accoglie e salva ma anche approdo di disperazione e sofferenza. L’energia di Lampedusa, delle persone che la abitano, che l’attraversano e di quanti si spendono per mantenere un’umanità che spesso ci dimentichiamo, ti conquista. Collaborare con chi per vent’anni ha aperto la propria casa a ragazzi diventati figli e figlie, condividere esperienze quotidiane con chi si batte per i diritti di tutti, dagli ultimi agli stessi concittadini di un’isola lontana ma al centro di tutto, mi ha insegnato qualcosa che altrove non si comprende. Con Mediterranean Hope – ha concluso Bernardini – non ci occupiamo solo di chi arriva ma anche di chi parte, e per questo crediamo fortemente nell’apertura di corridoi umanitari che permettano vie legali, sicure e dignitose per raggiungere l’Italia e l’Europa. Siamo stanchi di contare i morti».