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Maggiore partecipazione delle donne afgane nei negoziati di pace

I rappresentanti di Afghanistan, Pakistan, Stati Uniti e Cina si incontreranno l’11 gennaio 2016, a Islamabad, in Pakistan, per rilanciare i negoziati di pace che sono in fase di stallo da luglio, in seguito alla divulgazione della notizia della morte del leader dei talebani afghani, Mullah Omar.

«Le promesse del presidente afgano Ashraf Ghani di includere le donne nei colloqui di pace finora sono state disattese», ha detto Heather Barr, ricercatrice dei diritti delle donne presso Human Rights Watch, l’organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani. «L’incontro dell’11 gennaio è per lui un’ottima occasione per dimostrare che il suo governo è veramente impegnato nella piena partecipazione delle donne ai colloqui futuri».

Gli attivisti per i diritti delle donne afghane hanno da anni denunciato la rinuncia del governo a promuovere i diritti delle donne, nel tentativo di raggiungere un accordo con i talebani. Questi timori sono stati avvalorati dall’esclusione delle donne dal processo. Uno studio condotto nel 2014 da Oxfam International ha, infatti, rilevato che in 23 colloqui di pace informali tra il governo afgano e i talebani svoltisi tra il 2005 e il 2014, le donne sono state presenti solo in due occasioni. Inoltre, non sono mai state incluse donne nelle discussioni tra negoziatori internazionali e talebani.

Il 7 luglio scorso si è tenuto un incontro a Murree, in Pakistan, tra il governo afgano e i talebani, annunciato come il primo incontro formale tra le due parti in guerra. In quella occasione – in cui nella delegazione del governo afghano non erano incluse le donne – il presidente Ghani aveva assicurato che le donne sarebbero state incluse nei negoziati a tempo debito.

Gli attivisti per i diritti delle donne afghane hanno ripetutamente richiesto la piena partecipazione delle donne nei colloqui di pace, come stabilito nella risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1325 e in risoluzioni successive. La risoluzione 1325, adottata nel 2000, ha svolto un ruolo storico nel sottolineare l’importanza della «partecipazione paritaria e il pieno coinvolgimento femminile in tutti gli sforzi per il mantenimento e la promozione della pace e della sicurezza». Negli anni successivi, il Consiglio di Sicurezza ha approvato sette risoluzioni aggiuntive su donne, pace e sicurezza. Nel mese di ottobre 2015, il Consiglio di Sicurezza ha convocato una revisione ad alto livello dell’attuazione della risoluzione 1325 – in cui i governi hanno rilevato la perdurante assenza di donne tra i negoziatori – e si è impegnato a cambiare questa situazione.

Nel giugno 2015, il governo afghano ha presentato un piano d’azione nazionale per attuare la risoluzione 1325 del Consiglio a partire dal 2015 fino al 2022. Tale piano ha l’obiettivo di «assicurare la partecipazione effettiva delle donne nel processo di pace», e comprende misure come lo sviluppo di un elenco di «potenziali negoziatrici». Successivamente, nel settembre 2015, il governo si è impegnato a sviluppare un piano di attuazione dettagliato per soddisfare gli obiettivi delineati nel piano d’azione nazionale, e a realizzarlo nella prima metà del 2016.

«Il presidente Ghani dovrebbe consentire la partecipazione piena delle donne in ogni fase del processo di pace, e gli alleati dell’Afghanistan dovrebbero fare pressione su di lui affinché questo si realizzi», ha detto Barr. «Il Pakistan, gli Stati Uniti, e la Cina dovrebbero sottolineare l’importanza della presenza di donne tra i negoziatori, assicurando essi stessi l’invio di negoziatrici alla riunione dell’11 gennaio».

Fonte: Human Rights Watch

Foto: Marius Arnesen, con licenza, CC BY-SA 2.0,  via Flickr