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Pegida sta organizzando per il 6 febbraio manifestazioni in 14 paesi europei

Il gruppo tedesco islamofobo Pegida (acronimo di: Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente) sta pianificando in diverse città europee una serie di manifestazioni «contro l’islamizzazione dell’Europa». Secondo quanto annunciato da Pegida, i raduni si svolgeranno il 6 febbraio in diversi paesi europei tra cui la Germania, la Gran Bretagna, la Repubblica ceca, l’Estonia, la Finlandia, la Polonia, la Slovacchia. A Basilea la polizia svizzera ha intanto annunciato di aver vietato la prima manifestazione a sostegno di Pegida.

L’appello a tutti i movimenti anti-islamici europei a scendere in piazza il 6 febbraio è stato lanciato durante il weekend dalla cittadina di Roztoky, vicino Praga, dove si sono radunati diversi movimenti anti-islamici e di matrice xenofoba convocati dai tedeschi di Pegida e dal movimento ceco «Blocco contro l’Islam», nel tentativo di coordinare a livello europeo le azioni contro l’immigrazione.

I partecipanti hanno sottoscritto un documento, la Dichiarazione di Praga, nella quale si legge «Riteniamo che sia un sacrosanto diritto di ogni cittadino europeo di difendere i confini della propria nazione e di decidere se e quali migranti accogliere». Alle richieste di chiudere le frontiere si aggiungono invettive contro Bruxelles la cui politica genera soltanto «miseria, disoccupazione, caos, corruzione e sfaldamento della morale».

Tatjana Festerling, leader di Pegida, a conclusione dell’incontro di Roztoky ha dichiarato che l’afflusso di 800.000 uomini non qualificati a maggioranza musulmana in Germania è stato un «disastro» e che le previsioni per il 2016 indicano una crescita del numero degli ingressi.

La Festerling ha sostenuto che la politica della cancelliera tedesca Angela Merkel sta isolando la Germania in Europa e che non rappresenta la maggioranza del popolo tedesco. «Per i popoli d’Europa, rimangono solo due possibilità: la sottomissione o la ribellione», ha proseguito la Festerling che, riferendosi ai diversi movimenti presenti a Roztoky, ha aggiunto: «Noi apparteniamo a coloro che lottano per la libertà e per la conservazione delle ampie e ricche culture presenti in Europa. Questa resistenza deve avvenire ora e può essere realizzata solo da una fusione di tutti movimenti civili e dei partiti in Europa che sono contro l’accoglienza dell’Islam».

Intanto nel cuore del vecchio continente in questi giorni si discute la possibilità (per ora scartata) di chiudere le frontiere, sospendendo il Trattato di Schengen, grande conquista dell’integrazione europea. Saprà prevalere la cultura dell’accoglienza e della tolleranza su quella della paura e dell’odio xenofobo?

Foto di Metropolico.org via Flickr | Licenza CC BY-SA 2.0