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La moschea che non c’è

Da pochi giorni il Caim, Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano e Monza Brianza, è tornato a chiedere attenzione sul tema della costruzione della moschea a Milano. Lo ha fatto con uno spot di sensibilizzazione che mette al centro la semplicità e la quotidianità della preghiera alla quale però manca uno spazio comune di condivisione in cui i fedeli possano coltivare la propria spiritualità.

In attesa che la Corte Costituzionale si esprima sulla cosiddetta “legge antimoschee” della Regione Lombardia, che rende difficile aprire nuovi luoghi di culto e per molti mette in pericolo la libertà religiosa nella regione, le associazioni musulmane hanno voluto lanciare il tema nel dibattito in vista delle elezioni comunali a Milano.

«La notizia è triste – dice Daniela Di Carlo, pastora valdese a Milano – noi pensiamo che sia legittimo che ci siano dei luoghi di culto per ogni confessione, come dice la Costituzione. Ho trovato interessante vedere che nello spot la comunità musulmana viene rappresentata da italiani: questo mi ha fatto pensare. Anche personalmente, quando ho incontrato esponenti musulmani durante la giornata della memoria, erano presenti solo i rappresentanti italiani. Questo ci fa capire come le associazioni musulmane siano molto diversificate qui a Milano. Ovviamente devono avere una moschea, mi chiedo i vari gruppi, molto diversi tra loro, riusciranno a gestire il luogo di culto. Detto ciò gli italiani musulmani sono tantissimi, anche quelli che si convertono».

Forse il luogo di culto può riunire le differenze e rafforzare la propria identità in un luogo preciso, la storia dei valdesi ne è un esempio.

«È proprio così, in più i musulmani sono molto presenti a Milano, dal 2004 fanno parte del Forum delle religioni della città. In questo luogo trovo interessante come a volte si creino delle alleanze particolari: per esempio su questioni etiche, normalmente i musulmani si situano insieme ai cattolici e agli ebrei. Sul family day, all’interno del Forum, queste tre realtà hanno aderito all’iniziativa, pur essendo molto diverse, creando una discussione interessante. Una prova in più di come il mondo della fede sia sfaccettato e frammentato. Resta indegno che in una città come Milano, che ha più di 100 mila musulmani, non ci sia ancora una moschea dove pregare e alimentare la propria spiritualità, pensiero condiviso anche all’interno del Forum».

Foto via Pixabay