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Acqua contaminata dall’arsenico

Circa 43.000 persone muoiono ogni anno in Bangladesh per malattie legate all’arsenico presente nell’acqua potabile. A richiamare l’attenzione sul caso – che nel 2014 l’Organizzazione mondiale della sanità definì il più grande caso di avvelenamento nella storia della popolazione umana – è ancora una volta l’Organizzazione non governativa di stanza a New York, Human Rights Watch, che pubblica oggi il rapporto dal titolo «Nepotismo e abbandono: La mancata risposta all’arsenico nell’acqua potabile dei poveri contadini del Bangladesh». Lo studio punta il dito contro la classe dirigente locale accusata di non aver messo fine ad una strage silenziosa: nel paese asiatico infatti circa 20 milioni di persone – per lo più poveri delle zone rurali – ancora bevono acqua contaminata.

Il rapporto di 111 pagine documenta come il sistema sanitario del Bangladesh ignori l’impatto che l’esposizione all’arsenico ha sulla salute delle persone. Gli effetti sono visibili nelle lesioni alla pelle esposta al continuo contatto con l’acqua avvelenata. Ma le malattie legate agli alti tassi di arsenico presente nell’acqua variano dai tumori alle malattie cardiovascolari e polmonari.

«Il Bangladesh non sta compiendo i passi necessari per eliminare l’arsenico dall’acqua potabile utilizzata da milioni di poveri contadini», ha detto Richard Pearshouse, ricercatore di Human Rights Watch e autore del rapporto. «Il governo si comporta come se il problema fosse stato risolto in gran parte, ma se il governo e i donatori internazionali del Bangladesh non faranno di più, ancora milioni di bengalesi moriranno per malattie legate all’arsenico».

Il rapporto contiene interviste fatte a 134 persone, tra cui malati, custodi di pozzi governativi presenti in cinque villaggi rurali, funzionari del governo e personale delle organizzazioni non governative. Lo studio analizza anche i dati relativi a circa 125.000 punti d’acqua che il governo ha installato tra il 2006 e il 2012.

In particolare, Human Rights Watch ha riscontrato una grave mancanza di monitoraggio e di controllo della qualità dell’acqua potabile. In particolare la Ong attacca il governo e i donatori internazionali che dal 2006 non hanno supervisionato quei progetti che avevano come obiettivo la riduzione della contaminazione da arsenico nelle acque sotterranee del Bangladesh. Uno studio nazionale sulla qualità dell’acqua potabile compiuto nel 2013 ha infatti rilevato un risultato simile alla proiezione precedente, con un tasso di contaminazione che corrisponde a circa 20 milioni di persone esposte al veleno.

«I pozzi governativi contaminati devono essere urgentemente sostituiti o riparati, prima che le persone perdano quel poco di fede che hanno posto nell’impegno del governo a fornire acqua sicura», ha detto Pearshouse.

Foto: istockphoto.com