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Sfogliando i giornali del 7 aprile

01 – Siria, l’Onu chiede l’accesso al campo profughi di Yarmuk

Il consiglio di sicurezza dell’Onu ha chiesto l’accesso al campo profughi di Yarmuk, a sud di Damasco, per poter consegnare aiuti umanitari. Secondo numerose testate occidentali la situazione nel campo è peggiorata dallo scorso 1 aprile, quando il gruppo Jabat al-Nusra, espressione siriana della rete di Al Qaeda, ha annunciato la propria adesione al gruppo Stato islamico, anche se, stando ad altre fonti sul territorio, le condizioni nell’area sono le stesse ormai da tempo. Yarmouk ospitava circa 180.000 rifugiati palestinesi prima della guerra scoppiata nel 2011 e ha visto la sua popolazione ridursi fino agli attuali 18.000. L’ambasciatrice della Giordania presso le Nazioni Unite, Dina Kawar, ha rivolto un appello alle forze in campo per «proteggere i civili e […] garantire un accesso umanitario a questa zona per fornire aiuti vitali». Secondo l’agenza Onu per i rifugiati palestinesi, Unrwa, la principale emergenza è legata all’esaurimento delle scorte di cibo e acqua, insieme all’ormai cronica mancanza di medicinali.

02 – Bulgaria, al via il secondo tratto del muro anti-immigrazione sul confine con la Turchia

In un dossier pubblicato ieri, il New York Times racconta che i lavori per la recinzione sul confine con la Turchia stanno per vivere una seconda fase. Il “muro”, come lo chiamano i critici, è stato voluto dall’attuale governo bulgaro per impedire ai profughi di entrare in Europa. I lavori erano stati avviati nel novembre del 2013, quando erano stati costruiti i primi metri della barriera che, al termine dei lavori, sarà lunga circa 160 km, sarà composta di reti metalliche e filo spinato e verrà pattugliata da un soldato ogni 100 metri. La prima frazione della recinzione, lunga circa 32 km e costruita nel tratto di confine con la Turchia più di frequente attraversato dai migranti e profughi, era già stata completata lo scorso settembre. La recinzione, in combinazione con l’aumento di fondi per i servizi di pattugliamento della frontiera, hanno fatto sì che nel 2014 solo 4.000 persone siano riuscite a entrare illegalmente in Bulgaria, rispetto alle 11.000 dell’anno precedente.

03 – Italia, la Corte di Strasburgo condanna il paese per i fatti della scuola Diaz del luglio 2001

La Corte suprema di Strasburgo ha condannato l’Italia giudicando come “tortura” il comportamento tenuto dalle forze dell’ordine italiane durante l’irruzione alla scuola Diaz di Genova avvenuta nella notte tra il 21 e il 22 luglio 2001, alla fine del vertice del G8 nel capoluogo ligure. I giudici hanno dichiarato all’unanimità che è stato violato l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani sul «divieto di tortura e di trattamenti disumani o degradanti». Oltre a un risarcimento per Arnaldo Cestaro, l’uomo che ha deciso di ricorrere presso la Corte, nella sentenza si richiama nuovamente l’Italia a prevedere una legislazione penale adeguata, mentre a oggi non è previsto il reato di tortura. Nella sentenza si sottolinea che la Corte «reputa necessario che l’ordinamento giuridico italiano si munisca degli strumenti giuridici adatti a sanzionare in modo adeguato i responsabili di atti di tortura o di altri maltrattamenti».

04 – Malesia, approvato una nuova legge contro il terrorismo. Proteste delle organizzazioni per i diritti umani

La Malesia ha approvato ieri una nuova legge contro il terrorismo, mirata, secondo il governo, a sconfiggere i gruppi jihadisti attivi nel paese. All’interno della legge il punto più discusso riguarda il carcere senza processo per le persone sospettate di appartenere a organizzazioni terroristiche. Nello specifico, un sospetto terrorista potrà essere tenuto in prigione fino a due anni senza un processo e il carcere potrà essere prolungato con l’autorizzazione di una commissione sul terrorismo, senza bisogno di un giudice. Inoltre, le autorità potranno revocare il passaporto ai cittadini malesi e a quelli stranieri. L’organizzazione per la difesa dei diritti umani, Human Rights Watch, ha definito la legge «un grande passo indietro».

05 – Yemen, ancora scontri mentre la situazione umanitaria peggiora

Ancora una notte di quella che Le Figaro definisce «guerra per procura» nella città portuale di Aden, nel sud dello Yemen. Almeno 18 persone sono state uccise durante gli scontri tra ribelli Houthi e forze fedeli al presidente Hadi, sostenute dall’Arabia Saudita e da altri paesi della penisola arabica e del Nordafrica. Le navi saudite hanno bombardato diverse postazioni ribelli e le truppe vicine al governo hanno ripreso il controllo di alcune zone nel centro della città. Secondo un bilancio reso pubblico questa mattina dall’agenzia France Presse, negli ultimi due giorni gli scontri hanno causato 159 morti, di cui 63 ad Aden, e secondo la Croce rossa internazionale la situazione umanitaria sta rapidamente peggiorando.

Foto “Rezovo, BUL – border with Turkey 2” by Pudelek (Marcin Szala) – Own work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.