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Un documento della Glam sul referendum sulle “trivelle” del 17 aprile

«Questo referendum può essere l’occasione per un pronunciamento dei cittadini a favore di un modello energetico coerente con gli obiettivi definiti a Parigi nella COP 21, relativamente al cambiamento climatico. L’uso di energie fossili deve diventare residuale in tempi molto veloci. Per questo le chiese in Svezia, Inghilterra, e altri paesi stanno o hanno già disinvestito in questo settore che continua a godere di importanti sussidi economici». E’ quanto afferma un documento della Commissione Globalizzazione e ambiente (Glam) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) a proposito del referendum sulle “trivelle” il prossimo 17 aprile.

Secondo la Glam, «Il senso del referendum è abbastanza chiaro: non rendere di durata imprevedibile (ovvero legate all’esaurimento dei giacimenti) le autorizzazioni e concessioni legate allo sfruttamento degli idrocarburi (sia petrolio che gas) presenti nei nostri mari. Rendere invece coerente tutto il sistema con l’obiettivo della legge approvata in materia che punta ad eliminare completamente i pozzi situati entro 12 miglia dalla costa dati gli effetti pregiudizievoli degli stessi sull’ambiente e sull’ecosistema. La deroga che si vuole, almeno in parte, eliminare con il referendum del 17 aprile – prosegue il documento – è stata introdotta con la precisa intenzione di favorire le multinazionali e le altre aziende beneficiarie della stessa, le quali applicano la medesima logica che sta colpendo l’ambiente e l’ecosistema, una logica predatoria che non tiene in considerazione gli interessi delle economie e delle popolazioni locali».

L’attenzione della Glam va invece verso una ancora maggiore intensificazione delle energie rinnovabili: «questo referendum – prosegue ancora il documento – si colloca in uno Stato che manca di un piano energetico nazionale e che contestualmente è il primo al mondo per contributo del fotovoltaico nel mix elettrico nazionale (7,9%, dati relativi al 2013), meglio di Grecia (7,6%) e Germania (7%). Per quel che riguarda le energie rinnovabili nel loro insieme “l’Italia è riuscita a centrare in anticipo gli obiettivi comunitari sulla produzione di energia da fonti rinnovabili, fissati per il 2020 a quota 17%».

«Rigettando anche in questa occasione l’invito a disertare le urne – si conclude il documento della Glam – invitiamo a considerare la sproporzione tra costi e benefici oltretutto associati ad un modello di sviluppo senza futuro che nel presente produce conflitti e guerre».

Foto: Di Erik Christensen. Processing: NoiseReduction+EnhancedContrast by User:RoarjoImage:Oil_platform_in_the_North_Sea.jpg, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1287051