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Informazione e religione: questione di cuore o di ragione?

Poco più di un anno fa, a Losanna, un certo numero di operatori dell’informazione e della comunicazione, impegnati nell’ambito dei servizi stampa radio e televisione delle loro chiese, si erano ritrovati a discutere di un tema intrigante: «Religioni e media: un binomio impossibile?». L’incontro era stato organizzato dalla Conferenza delle chiese protestanti dei Paesi latini d’Europa (Cepple), e aveva previsto al suo interno anche un’occasione pubblica, una tavola rotonda con operatori di agenzie stampa e di testate giornalistiche attive fra Losanna e Ginevra: la stampa specializzata, quindi, legata alle chiese, aveva dialogato con la stampa «normale», anche sulla scorta delle tragiche vicende degli attentati a Parigi (Charlie Hebdo e i locali ebraici), che improvvisamente facevano esplodere l’interesse dei media per la componente religiosa del terrorismo.

A distanza di un anno un altro incontro si tiene giovedì 14 e venerdì 15 a Torre Pellice, e il tema proposto alla ventina di giornalisti, pastori (e anche qualche pastore-giornalista) rappresenta una prosecuzione, un’altra sfaccettatura di quello precedente: «La comunicazione religiosa nei media, una questione di cuore o di ragione?». Si tratta di capire, cioè, se gli argomenti, le vicende che riguardano una chiesa o una fede vengano proposti con un intento emotivo o solamente sociologico-descrittivo. Naturalmente la casistica è complessa: colui o colei che scrive (o realizza un servizio radio o in video) può essere o meno coinvolto nell’appartenenza a una confessione religiosa; e a sua volta il suo pubblico può essere partecipe o meno di una credenza. Ma in tutti i casi la sfera religiosa, nell’ambito della personalità di ognuno e ognuna di noi, è qualcosa di intimo, profondo e soggetto ai moti dell’animo. A meno che si faccia solo pura statistica o divulgazione di notizie «curiose», quindi, è spesso inevitabile che la produzione giornalistica vada ad avventurarsi nell’«arcipelago delle emozioni» – come direbbe lo psichiatra e saggista Eugenio Borgna.

Il gruppo di «addetti ai lavori» renderà esplicite alcune (provvisorie) conclusioni del proprio incontro, nel corso di una serata pubblica, giovedì 14 aprile alle 20,30 nell’Aula sinodale. Sull’alternativa «cuore/ragione» parleranno, dopo l’introduzione di Alberto Corsani, Davide Rosso, direttore del Centro culturale valdese, Gaëlle Courtens (agenzia Nev – Notizie evangeliche), Joël Burri (agenzia stampa Protestinfo) e il pastore Michel Kocher, direttore del sistema Médiaspro, entrambi svizzeri. Saranno presenti operatori della Chiese francesi, svizzero-francesi, della Chiesa protestante unita del Belgio, della Chiesa evangelica di Spagna, della Chiesa presbiteriana del Portogallo, della Chiesa lusitana (Comunione anglicana), sempre del Portogallo, oltre alla presenza di operatori dell’informazione della Chiesa valdese; ai lavori, che tradizionalmente per la Cepple si svolgono in lingua francese, partecipa anche il presidente dell’organismo, il pastore spagnolo Alfredo Abad.