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Un Brasile inquieto

La fiaccola olimpica è arrivata in Brasile per i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro del prossimo agosto. Ad accoglierla, un paese scosso da forti tensioni politiche e istituzionali, un paese spaccato fra chi sostiene la presidente Dilma Roussef, ora sospesa dal mandato per 180 giorni dall’impeachment per “crimine di responsabilità”, e chi invoca nuove moralità per il paese. Dietro questi schieramenti non si legge il tradizionale scontro fra blocco di destra (con parte dei mass media, specie la potente tv Globo) e sinistra (in senso lato, dal Pt, il Partido dos trabalhadores fondato da Lula, più i movimenti sociali, i sindacati e altre istanze associative della società brasiliana). Le cose si sono fatte più complesse.

L’inizio è l’operazione “Lava Jato” nel marzo 2014, che prende nome da un’officina di autolavaggio.

Il giudice responsabile è Sérgio Moro che molti hanno paragonato ad Antonio Di Pietro nel periodo di “Mani pulite” degli anni Novanta in Italia. Si tratta di un sistema di tangenti che dall’azienda petrolifera di stato Petrobras partiva a finanziare politici e dirigenti per un valore di 10.000 milioni di reais (real è la moneta brasiliana). I principali politici (pressoché tutti deputati o ex federali cioè quelli che siedono al Parlamento di Brasilia) indagati sono una cinquantina, di cui sei del Pt di Lula, sette del Pmdb (Partido do Movimento Democrático Brasileiro), alleato di governo prima di Lula poi di Dilma, una forza politica di centro che ora si sta lentamente sganciando dal Pt per proporsi come innovatrice. Trenta sono del PP (Partido Progressista) conservatore, nato da fusioni successive, che nel 1985 fu fautore, fra l’altro, della ripresa con le armi delle terre occupate dal Movimento dei Sem Terra. I rimanenti distribuiti fra vari partiti.

Dentro questa indagine si è aperto un capitolo che mira a coinvolgere i famigliari di Lula, in particolare il figlio, in questioni di riciclaggio di denaro in imprese immobiliari. L’istruttoria, condotta dal procuratore Dos Santos Lima, ha individuato un condominio costruito sulla spiaggia di Guarujá, sul litorale di San Paolo, da una cooperativa vicina al Pt. Al centro dei sospetti c’è la società panamense Mossack Fonseca, accusata di riciclare il denaro delle tangenti Petrobras occultando il denaro con speculazioni immobiliari, e che avrebbe investito denaro a favore della cooperativa Bancoop (fondata da Lula nel 1980). I fatti oggetto d’indagine si riferiscono al 2009, quando la società panamense vendette a Oas l’immobile messo su dalla suddetta

cooperativa. Le indagini rivelano ancora che vari dirigenti del Pt comprarono casa nel condomino sul mare, tra gli altri l’ex tesoriere João Vaccari Neto (già condannato) e anche Marisa, la moglie di Lula, che alla fine aveva però rinunciato all’acquisto. Con questi antefatti, il 4 marzo 2016 si è svolta un’operazione di grande impatto mediatico. Lula viene convocato dal giudice Moro, che vuole imbarcarlo per Curitiba per poterlo interrogare e poi trattenere. Non lo convoca semplicemente, bensì manda numerose milizie della polizia federale a casa sua a S. Bernardo do Campo nell’ABC di S.Paulo per portarlo all’aeroporto di Congonhas. Qui la polizia dell’Aeronautica impedisce alla PF di procedere e di fatto, difendendo l’ex presidente, blocca il suo trasferimento coatto nella città sede di inchiesta, voluto da Moro. Inoltre l’interrogatorio (che è reperibile on line) ha riguardato non tanto la questione del famoso appartamento quanto i finanziamenti della società Lils, che dal 2011 amministra l’Istituto Lula con relativa organizzazione di conferenze, convegni e giri all’estero, un po’ come fa anche l’Istituto italiani europei di Massimo D’Alema. Il paese scende in piazza mentre lo scontro fra le parti si fa più duro.

La sfida al governo Dilma continua con la richiesta del suo impeachment, previsto dagli ordinamenti brasiliani. Già in passato questa azione era stata fatta contro Fernando Collor de Mello, nel 1992. La motivazione era la stessa, “per crimine di responsabilità”, ma la sostanza molto diversa. A Collor si contestava, provandolo, uso denaro pubblico per fini personali, a Dilma si contesta di non aver rispettato la regole della legge di bilancio che, se viene sforato, deve avere il permesso del Parlamento. La richiesta di impeachment viene presentata al presidente della Camera Edoardo Cunha (poi sospeso per corruzione) dal procuratore di giustizia in pensione Hélio Bicudo e dagli avvocati Miguel Reale Júnior e Janaina Paschoal. Cunha accetta e di lì inizia il percorso che ha portato, con successive votazioni di Camera e Senato, alla sospensione di Dilma per 180 giorni. Nel frattempo la sostituisce il vicepresidente Michel Miguel Elias Temer dal 12 maggio 2016, del Pmdb.

In attesa di sapere i risultati finali delle indagini del STF (Supremo Tribunale Federale), alcuni fatti rivelano cosa sta dietro tutto questo movimento della magistratura e del ribaltamento politico.

Il Brasile sta vivendo un periodo di non buona congiuntura economica. L’Ibge ha previsto per il 2016 una recessione del 3%, con una inflazione intorno al 7%. A preoccupare è il dato relativo al rapporto deficit-Pil. Il deficit primario si è attestato all’1,88% del Pil (nel 2014 fu dello 0,57% e per il 2016 è previsto allo 0,5%); il deficit nominale invece è esploso a quasi 150 miliardi di dollari, il 10,35% del Pil (nel 2014 fu del 6,04%). Solide rimangono invece le riserve internazionali, 368 miliardi di dollari.

Le misure per recuperare soldi alle casse dello stato proposte da Dilma hanno creato paura nelle classi medio alte: per esempio, tasse sulle transazioni finanziarie per recuperare 2,5 miliardi di dollari; imposta forfettaria pari al 15% sui capitali esteri rientrati per recuperare 5 miliardi, ecc. Il suo governo non voleva tagliare ciò che invece il suo successore temporaneo Temer ha fatto subito e cioè sospendere progetti sociali come il Piano Minha Casa Minha Vida, finanziato dalla Caixa Econômica di proprietà del governo e che prevede prestiti a tassi molto vantaggiosi per acquirenti e costruttori e che prevedeva di concedere dimore almeno a tre milioni di persone di reddito medio basso entro il 2016. Altro strumento che il governo Dilma intendeva attivare è il Marco Legal da Ciência, Tecnologia e Inovação, un piano di rinnovamento della ricerca scientifica e tecnologica.

Altri progetti erano rivolti alla modernizzazione di un paese grande come un continente. Per esempio, l’impianto idroelettrico di Belo Monte, in grado di soddisfare il 40% del fabbisogno energetico del paese, portando energia a 60 milioni di persone in 17 stati su 27. L’impianto, ideato dai governi Lula con l’obiettivo di lasciare in eredità al paese una più consistente sovranità energetica, entrerà in pieno funzionamento nel 2019, dopo sei anni di lavori.

Moltissimi altri riferimenti si potrebbero dare di questa vicenda complessa e intricata. Tuttavia tenteremo alcune considerazioni “aperte”:

  1. Sono in molti a parlare di “golpe” costruito attraverso la magistratura e le inchieste giudiziarie. E certo la strumentalità di certi procedimenti può lasciarlo pensare. L’interrogatorio di Lula a Congonhas è stata una vera e propria operazione militare degna di una difesa dal terrorismo più che per indagare una persona sola. Infatti: prelevare da casa propria un ex presidente, trasferirlo in un aeroporto, interrogarlo con le stesse domande già fatte in altri due precedenti interrogatori e ricevere le stesse risposte non può non dimostrare la finalità politica e mediatica più che un’utilità giudiziaria.

  2. Parallelamente, la successiva sospensione di Cunha, presidente della Camera che aveva accettato la domanda di impeachment di Dilma (e poteva non farlo) marchia di illegittimità tutto il processo successivo ora avviato.

  3. La strategia del Pmdb, diviso fra chi sostiene ancora Dilma e chi invece è sempre stato contrario, dimostra la precarietà di un’alleanza del Pt, necessaria ma ambigua, complessa e difficile da gestire, che ha funzionato fino a che c’era Lula ed è stata più difficile con Dilma, meno “articolatrice” del suo predecessore e anche meno carismatica. Molte forze politiche brasiliane, come il Psdb, di “destra” si stanno armando per le elezioni politiche del 2018. Dopo 14 anni di governi Lula intendono riprendere le leve di governo, specie in un periodo di crisi economica in cui bisogna prendere misure drastiche per difendere i privilegi di pochi.

  4. Un’altra questione, tuttavia, sta emergendo con forza. Masse di giovani reclamano moralità e pulizia. Non sono più disposti a transigere sugli scandali che colpiscono il loro paese e non ragionano più secondo schemi politici di destra e sinistra. Vogliono trasparenza e possibilità di lavoro. Purtroppo, talvolta, questa grande richiesta di rinnovamento è agita da grandi potentati come la Globo per finalità molto diverse dalle loro.

  5. Infine, anche in Brasile, specie nel Pt, partito nato dalla unione di movimenti, sindacati, associazioni, insomma, nato da una società civile, che si era fatta politica e che aveva trovato in Lula un potente simbolo di riscatto come la sua stessa vita dimostrava (da povero migrante nordestino a presidente della repubblica), anche nel Pt, dicevamo, si assiste alla crisi della militanza. Nella società brasiliana, come in Italia o in Europa, la politica segna un distacco dalle coscienze, specie delle nuove generazioni che non hanno combattuto la dittatura. Là come da noi si pone il problema della trasmissione intergenerazionale di una storia fondamentale per la democrazia.

  6. Infine, non è certo indifferente il contesto latinoamericano, dove gli stessi sussulti si verificano e che mettono in discussione un mondo diviso semplicemente fra “destra” e “sinistra” perché la realtà è ormai molto più complessa e reclama nuove progettualità: ambiente, diritti civili estesi, confronto di genere oltre le usanze popolari delle culture, abbattimento degli stereotipi. All’inizio del secolo XXI l’America latina aveva aperto speranze di nuove democrazie, vedremo ora come saprà continuare questa scommessa.

Foto By Valter Campanato/ABr – Agência Brasil, CC BY 3.0 br, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10631686