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Le donne e la libertà religiosa

Una donna in un’assemblea così marcatamente maschile non poteva non farsi notare: siamo a Creta, dove domenica 26 giugno si concluderà il Concilio panortodosso, e stiamo parlando di Élizabeth Prodromou, voluta proprio dal patriarca ecumenico di Costantinopoli, promotore del Sinodo, per questo importante appuntamento. Nata negli Stati Uniti da una coppia di immigrati greco-ciprioti, laureata all’università Tufts di Boston dove oggi insegna relazioni internazionali, Prodromou è di fede ortodossa e da sempre sensibile alle ingiustizie all’importanza di vivere liberamente la propria fede.

Prodromou conosce bene la situazione della libertà religiosa: tra il 2004 e il 2012 ha visitato il Medioriente e i Balcani per conto della Commissione americana per la libertà religiosa (Uscirf), un organismo connesso al Dipartimento di Stato che redige ogni anno una relazione sulla condizione della libertà di coscienza nel mondo. «Non possiamo distogliere lo sguardo dalle persone che soffrono ogni giorno a causa della loro fede, qualunque essa sia – ha detto – di fronte a questa emergenza ci vuole una risposta condivisa, che non parli solo di sicurezza ma di cultura, educazione, sviluppo economico».

Dei sei esperti chiamati a consigliare il patriarca Bartolomeo durante il Concilio, due sono donne: una suora greca, Suor Theoxeni, e appunto Élizabeth, segno che ormai anche la questione del ruolo della donna nella chiesa ortodossa è all’ordine del giorno. «Stiamo per fondare una chiesa globale – ha spiegato Prodromou, elogiando il lavoro di Bartolomeo I – il patriarca ecumenico è una personalità straordinaria e al contempo modesta, coraggiosa e visionaria. La sua testimonianza costituisce un modello per pensare e vivere la fede cristiana ortodossa nel mondo contemporaneo».

Foto: via orthodoxie.com