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Il lascito di Michel Rocard

Continuano i sinceri attestati di stima e un reale cordoglio attraversa l’intera classe politica e sociale francese all’indomani della scomparsa di Michel Rocard, i cui funerali saranno celebrati domattina, giovedì 7 luglio, al tempio dell’Etoile di Parigi, cui faranno seguito le solenni esequie di Stato nel monumentale complesso degli Invalides.

Gli éclaireurs e le éclaireuses unionistes che rappresentano la versione protestante dello scoutismo transalpino, con una solida tradizione ed una forte partecipazione giovanile che si protrae negli anni e che ad oggi conta ben 6 mila aderenti, dalle pagine del proprio sito rende omaggio all’ex primo ministro socialista, ricordando i quasi due decenni spesi da Rocard all’interno della loro associazione: «lupetto, guida, capotruppa nel gruppo di Parigi/Luxembourg, quindi membro del consiglio di amministrazione, Michel Rocard ha vissuto buona parte della gioventù nella nostra grande famiglia, anche nei terribili anni dell’occupazione nazista, quando lo stesso scoutismo era vietato nel Paese». Intervistato nel 2010 da due giovani éclaireuses in preparazione del centenario dell’associazione, Rocard aveva dichiarato di far parte di «coloro che non solo non hanno mai negato, ma anzi hanno sempre ripetuto con orgoglio che lo scoutismo sia stata parte importantissima della mia vita». Il comunicato si conclude ricordando come nel corso degli anni in consiglio di amministrazione «si sia battuto per un salto in avanti nella modernità dell’associazione e per uno scoutismo ancorato meglio alla società che ci circonda. Questo impegno di gioventù diventerà l’emblema del suo impegno politico».

Sebastien Fath, storico, ricercatore presso il Cnrs (Le Centre national de la recherche scientifique, centro nazionale della ricerca scientifica nel gruppo Società-Religioni-Laicità), dal suo blog, che rappresenta uno sguardo attento al panorama protestante francese, sottolinea come «con Rocard la Francia perda uno degli uomini politici con maggiore capacità di chiaroveggenza. Ma non ci si sbagli: in seno alla sinistra attuale, la maggior parte dei suoi pseudo eredi hanno in realtà tradito, rinnegato, abbandonato il suo pensiero, in nome di una sinistra di governo, demagoga, dottrinaria e lontana dalla gente, eredità ingloriosa dell’ ultima era Mitterrand. Il suo profondo legame col protestantesimo non è mai venuto meno: basti pensare che negli anni ’60 per una decina di anni i suoi scritti, i suoi articoli sui giornali socialisti o giovanili sono tutti firmati con lo pseudonimo di Gerogers Servet, in omaggio a Michele Serveto, il grande teologo spagnolo morto sul rogo a Ginevra nel 1553».

Lo stesso Rocard in una lunghissima intervista rilasciata al settimanale Réforme nel 2009, ricordava come «a differenza dello scoutismo cattolico o israelita, quello protestante non è direttamente seguito dai pastori, ma sta ai vari capi truppa, laici quindi, amministrare la Parola del Signore. Questa grande responsabilità ha fatto si che io abbia letto la Bibbia molto più a fondo rispetto a tanti miei coetanei, e con un approccio critico legato alla necessità di commentare poi tutti insieme i testi. Questa formazione mi ha segnato profondamente. Devo a questo percorso la grande battaglia sull’obiezione di coscienza, esplosa nei giorni della guerra d’Algeria, così come devo al pensiero di Calvino la profonda convinzione nella secolarizzazione delle istituzioni».

Immagine: By Stéphane Urbanovski, CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=960636