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Cristo è morto per tutti e tutte noi

Abitante di Sion, grida, esulta, poiché il Santo d’Israele è grande in mezzo a te
Isaia 12, 6

Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?
Romani 8, 32

Cosa ci viene da pensare, leggendo la domanda dell’apostolo Paolo? Una domanda retorica, la sua, che presuppone un «sì» convinto. Ecco, siamo proprio convinti – ancora convinti – di questo «sì», come lo furono nel primo secolo i cristiani di Roma, ai quali la lettera di Paolo era indirizzata?

Forse no. Anzi: molto probabilmente no. Troppo tempo è trascorso da allora, per essere convinti che Dio ci doni ogni cosa in Cristo. Troppi morti, troppe guerre, troppe ingiustizie, troppi dolori – in una continua, bi-millenaria ripetizione. E senza sostanziali differenze fra popolazioni «cristiane» e «pagane». È questo che Dio ci dona, in Cristo?

Ma chiediamoci anche: che cosa abbiamo udito di quella frase di Paolo? Se altro non vediamo, se altro non cogliamo che brutture, abbiamo davvero ascoltato, davvero creduto che Dio «non ha risparmiato il proprio Figlio» e che «lo ha dato per noi tutti»? Perché è questa la sola domanda che vale, per la fede! Senza credere questo, altro non possiamo vedere che mancanza e bruttura. Se domandiamo ai nostri occhi, ai nostri sensi, al nostro intelletto – la risposta all’interrogativo di Paolo è «no». E se non è tale per un momento, lo sarà un momento dopo.

Ma la sola risposta che conta è quella del cuore, la risposta della fede. Solo chi crede la prima parte della frase di Paolo, è convinto anche della seconda, senza incertezze. Perché non si limita a supporre che vi sia un Dio, attendendone dimostrazione, ma ne sperimenta l’amore. E con esso, con Cristo, ha in dono già ora «tutte le cose». Cioè: nulla manca alla sua vita, anche se sia circondato dalla morte o vi si trovi dentro.

Questo è ciò che Lutero «scoprì» cinquecento anni fa nell’interpretare la Bibbia, e che lo indusse fra l’altro a pubblicare, il 31 ottobre del 1517, le sue critiche al sistema delle indulgenze di santa romana chiesa. Se crediamo in Cristo, non v’è alcun bisogno di indulgenze papali davanti a Dio, poiché nulla manca alla nostra vita che non ci sia già donato da Lui, gratuitamente.

Immagine: via istockphoto.com