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Fare avvicinare cattolici e protestanti nei corsi di religione a scuola? La proposta dei vescovi tedeschi

Tradotto da: La Croix

In Germania, la Conferenza episcopale ha da poco pubblicato un documento di studio sul futuro dei corsi di religione nelle scuole, che lancia un appello per una collaborazione più stretta con la Chiesa protestante.

I vescovi tedeschi suggeriscono di approfondire la collaborazione con la Chiesa protestante, per garantire l’insegnamento religioso nelle scuole. In Germania, infatti, gli allievi delle scuole primarie e secondarie possono seguire un insegnamento religioso, facoltativo, all’interno della scuola pubblica. Questo diritto è sancito dalla Legge fondamentale tedesca.

«La cooperazione è assai importante per il futuro dei corsi di religione», dichiara Hans-Josef Becker, arcivescovo di Paderborn e presidente della Commissione educazione e scuola della Conferenza episcopale tedesca (Dbk).

Concretamente, questo implica il raggruppamento degli allievi cattolici e protestanti ma anche di quelli non appartenenti ad alcuna religione, per assicurare la presenza di corsi là dove l’esiguo numero di iscritti rende difficile la formazione di classi distinte, cattoliche e protestanti. I vescovi rifiutano tuttavia che questi corsi assumano una dimensione sovra-confessionale: «È fondamentale che questa cooperazione non sia soltanto organizzativa ma anche pedagogica», spiega mons. Becker.

Intanto, 163 accademici invitano ad andare oltre, auspicando che la cooperazione non si limiti alle due confessioni ma si estenda alle altre religioni, come l’ebraismo e l’islam. «Una società pluralista ha bisogno di persone che sappiano giudicare le religioni con buonsenso e che siano pronte al dialogo», si legge in questo documento.

In un paese in cui le chiese non cessano di perdere membri, cala anche il numero di studenti cattolici e protestanti. Secondo i dati della Conferenza episcopale, nel 2012 la Germania contava 3 milioni di studenti cattolici e 70.000 professori di religione cattolica. «Il numero di allievi dei corsi di religione è in forte ribasso», commenta Maria Jakobs, direttrice dell’Istituto di pedagogia religiosa nella diocesi di Friburgo. «Da un lato, questo si spiega con i cambiamenti demografici, dall’altro con il fatto che sempre meno bambini sono battezzati. Inoltre ci sono anche altre materie, come l’etica e la filosofia, interessate dalle stesse questioni dei corsi di religione cattolica».

Parallelamente, aumenta il numero di studenti musulmani e senza appartenenza religiosa e alcuni di essi partecipano ai corsi di religione, modificandone l’omogeneità iniziale. È il caso del Meclemburgo-Pomerania anteriore, nel nord del paese, dove, secondo le cifre della Chiesa evangelica in Germania (Ekd), il 50% degli studenti partecipa ai corsi di religione protestante anche se meno del 16% della popolazione locale fa capo a questa Chiesa.

Del resto la cooperazione in tal senso fra le due Chiese esiste già da tempo, almeno dal 1998, con la dichiarazione comune intitolata Verso una cooperazione dei corsi di religione protestante e cattolica. Tre regioni, Baden-Württemberg, Bassa Sassonia e una parte della Renania settentrionale-Vestfalia, l’hanno messa in pratica. Nel Baden-Württemberg, ad esempio, gli insegnanti elaborano un programma biennale che deve essere approvato dalle due parti, nel quadro di un processo definito dalle due istituzioni religiose. Gli insegnanti sono chiaramente identificati secondo le loro confessioni e assicurano un corso finalizzato a mettere in evidenza i punti comuni e le differenze tra religioni.

Immagine: via pexels.com