valdo_spini_aici_02_10_2012

L’Italia, la cultura e l’identità europea

«Zygmunt Bauman – ricorda il presidente dell’Associazione delle istituzioni di cultura italiane (Aici), Valdo Spini – ha affermato che viviamo in una società liquida che ha perso i suoi punti di coesione e di aggregazione. Bene – rileva Spini –, noi siamo un pezzo di società civile che attraverso le sue importanti energie culturali, spesso volontarie, si propone di ricostruire, su un piano nuovo, quel grande fattore di coesione e di qualificazione rappresentato dalla cultura».

Così il professor Valdo Spini, già ministro della Repubblica italiana, ha deciso di lanciare attraverso un comunicato stampa la IV Conferenza nazionale dell’Aici che si terrà a Trieste dal 21 al 23 settembre presso il Palazzo della Regione nella Piazza dell’Unità d’Italia. Un’iniziativa che si muove sotto l’Alto Patronato della Repubblica e con il patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali.

«Nell’elenco degli oltre cento soci – prosegue Spini – si possono trovare le più antiche fondazioni, come l’Accademia della Crusca o Fondazioni più recenti come la “Orlando” di Bologna o la Fondazione Scientifica Querini Stampalia di Venezia, o quella intitolata ad Adriano Olivetti. Altre Fondazioni sono più note, come la Feltrinelli, altre di meno, ma sono altrettanto importanti. Non mancano poi quelle intitolate ai padri della nostra Repubblica – prosegue Spini –: Basso, De Gasperi, Einaudi, Gramsci, Rosselli, Sturzo, Spirito e De Felice».

Valdo Spini è stato recentemente rieletto alla presidenza dell’Aici e, oltre a occuparsi della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli della quale è il presidente (e direttore dei suoi Quaderni), con lo stesso ruolo promuove la cultura anche attraverso il Coordinamento delle riviste italiane di cultura (Cric).

L’associazione delle istituzioni di cultura italiane, costituitasi nel 1992, si pone come missione «tutelare e valorizzare la funzione delle Istituzioni di cultura, nelle quali la Costituzione della Repubblica riconosce una componente essenziale della comunità nazionale», recita l’articolo 2 della Statuto: «la volontà è quella di elevare il dibattito politico del nostro paese – dice ancora Spini –. A Trieste, poi, formuleremo la proposta di un Patto per la cultura tra le istituzioni e le fondazioni, per incoraggiare la ricerca, il dibattito culturale e gettare altre e nuove basi di coesione e di unità a partire dalle nostre esperienze e il nostro operato».

Le conferenze nazionali sono volutamente e significativamente titolate «Italia è Cultura», il sottotitolo di quest’anno è «Cultura e identità europea – ricorda ancora Spini –. È prevista una lectio magistralis di Giorgio Pressburger, intellettuale triestino ma nato in Ungheria, paese che la sua famiglia dovette abbandonare nel 1956 per la repressione della rivolta ungherese da parte dei paesi del Patto di Varsavia».

I temi che saranno affrontati nella kermesse culturale: fare cultura oggi e le esperienze innovative degli istituti; la sfida della digitalizzazione; Fondazioni e Istituti e la formazione di giovani; gli archivi della memoria del Novecento; la politica culturale e l’Europa.

Tra i partecipanti ricordiamo appena: Daniele Jallà, Silvio Pons, Debora Serracchiani, Rossana Rummo, Vincenzo Vita, Monica Barni, Simona Luciani, Filippo Giannuzzi, Roberto Dipiazza e Antimo Cesaro. Per informazioni: www.aici.it