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Chiusura in grande stile dell’anno della Riforma in Francia

Festa, dibattiti musica e un culto finale con oltre otto mila presenti. Si è chiuso in grande stile in Francia l’anno dedicato alle celebrazioni della Riforma protestante, presentata in tutte le sue forme e derivazioni.

«Eravamo tutti così felici che nessuno voleva lasciare il palazzo delle feste, tutti volevano sentire ancora il coro per un’ultima canzone» commenta entusiasta il pastore François Clavairoly, presidente della Federazione protestante di Francia. Un coro composto da mille voci, un imponente effetto sonoro e scenografico.

Un culto fondato sulla “fratellanza” fra le varie pluralità che compongono il panorama protestante in Francia: la stessa liturgia ha mescolato le tradizioni luterano-riformate agli impulsi provenienti dalle nuove chiese evangeliche, alla presenza di molti pastori che si sono alternati sul grande palco. E sul tema della comunione e della vicinanza fra le varie chiese che animano il protestantesimo d’oltralpe ha molto insistito Clavairoly.

Forse perché la tre giorni nella città del Basso Reno si era aperta con una defezione di peso dell’ultimo minuto: quella della Cnef, il Consiglio nazionale degli evangelici di Francia, che raggruppa proprie le chiese evangelical, pentecostali in particolare. Il motivo? Il culto “inclusivo” di apertura, con la prevista partecipazione di omosessuali, e la presenza di due stand sul tema dell’inclusione. Una ferita aperta che segna il solco fra protestantesimo storico e nuove chiese carsmatiche, il cui numero di membri cresce a grande ritmo anche n Francia. Molte chiese sono al contempo parte della Cnef e della Federazione protestante, e per questo vari evangelici hanno deciso di partecipare comunque a titolo personale, ma l’unità tante volte declamata paer ancora assai lontana. «Abbiamo convissuto sena conoscerci, e la questione delle benedizioni alle coppie dello stesso sesso ha cristallizzato le tensioni» ha commentato Valerie Duval-Pujol, teologa battista.

Al di là di questo aspetto le giornate di Strasburgo hanno evidenziato la vivacità del protestantesimo transalpino, pienamente inserito nel dibattito pubblico e interlocutore attento su una ampia pluralità di temi, dalla laicità dello Stato alle nuove sfide della medicina, dall’accoglienza del prossimo al sostegno delle minoranze.

Immagine via Chiesa Valdese di San Secondo