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Lo smartphone e la chiave inglese

Terzo articolo della serie curata da Elia Piovano su innovazioni tecnologiche e cultura. A questo link potete trovare la prima puntata e a questo la seconda

L’industria ha vissuto nella sua storia varie fasi legate all’utilizzo della tecnologia e oggi sembra iniziare una nuova fase che molti chiamano «Industria 4.0». Si può parlare di una nuova rivoluzione industriale o semplicemente di un’evoluzione di quanto già esiste? Siamo agli inizi ed è presto per dare una risposta certa, quello che però si può dire con sicurezza è che l’introduzione di nuove tecnologie digitali nei processi produttivi modificheranno sensibilmente il lavoro, la sua organizzazione e naturalmente anche il prodotto. Dopo l’utilizzo dell’acqua e del vapore per meccanizzare le macchine, è stata la volta dell’elettricità e successivamente l’informatica ha fatto la sua comparsa nelle fabbriche con le prime forme di automazione. Oggi viviamo la fase della digitalizzazione degli oggetti (Internet delle cose) e dei processi: la quarta rivoluzione industriale.

Industria 4.0 non è l’uso di una determinata tecnologia digitale, ma è un insieme di tecnologie che rendono diverso il modo di pensare e fare industria. Nel concreto possiamo pensare a una fabbrica interconnessa al suo interno: dove le diverse macchine operatrici dialogano fra loro per scambiarsi informazioni su cicli produttivi e tipologia di prodotto. Magazzini controllati dall’intelligenza artificiale e robot gestiscono e forniscono i materiali al momento e nel posto giusto. I prodotti, grazie a microsensori, vengono monitorati attraverso Internet in tutto il loro ciclo vitale: dalla produzione all’uso da parte del consumatore.

Non solo, a esempio, le stampanti in 3D e le altre tecnologie additive stanno rivoluzionando gli uffici di progettazione. Questa tecnologia permette la creazione di qualsiasi oggetto in tempi relativamente brevi con una sostanziale riduzione dei costi e con una qualità elevata. Prototipi per oggetti di serie, ma anche oggetti su misura, possono essere prodotti sulla stessa linea di montaggio.

La fabbrica digitale è anche connessa al mondo esterno grazie ai sensori inseriti nei prodotti, (Internet delle cose), i dati presenti in rete consentono di creare prodotti altamente personalizzati: le macchine nelle fabbriche possono autonomamente variare la produzione a seconda degli input esterni. Un esempio ci aiuta a comprendere la doppia connessione, interna-esterna, dell’Industria 4.0: supponiamo che il nostro telefono sia ormai usurato e decidiamo di sostituirlo; al momento dell’ordine on line, il costruttore potrà fabbricare un nuovo ed esclusivo telefono già con tutte le nostre personalizzazioni e farcelo recapitare il giorno seguente, pronto all’uso!

I dati, le informazioni, la loro raccolta e l’analisi sono oggi la vera fonte di ricchezza per le aziende. Grazie ai big data è possibile conoscere come il bene sia utilizzato: dove, come e quando. L’enorme massa di dati presenti in Internet rende possibile produrre beni e servizi sempre più unici, destinati al singolo consumatore. Il dato, l’informazione prima di tutto e poi la produzione.

Siamo di fronte a un salto culturale enorme: il prodotto con la sua materialità è sempre stato l’elemento principe, quasi sacro, nella cultura industriale. Oggi diventa primario il dato, il file, con la sua immaterialità, non è più il prodotto fisico a essere al centro ma il bit. Nella nuova fabbrica vedremo molti più tablet e smartphone che chiavi inglesi! (continua)