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Senza moneta per la colletta? Nessun problema

Al momento della colletta, durante il culto alla Chiesa evangelica International Christian Fellowship (Icf) di Zurigo ora è possibile pagare con la cripto-moneta Bitcoin. La diocesi cattolica di Parigi ha inserito in alcune chiese (una dozzina al momento) uno smartphone e un lettore di carte di credito nel cestino di vimini per consentire ai fedeli questo metodo di pagamento. Per esempio alla chiesa di Saint-François de Molitor nel 16esimo arrondissement il Pos è tarato su donazioni tra i 2 e i 10 euro. Siamo alla fine delle monetine?

In Italia aveva suscitato polemiche la scelta del rettore del santuario di Caravaggio in Lombardia che 3 anni fa aveva installato un lettore elettronico per accendere candele votive, prenotare messe e devolvere offerte. E soprattutto per evitare i continui furti.

La più avanzata pare essere la Chiesa di Svezia, luterana, con numerose comunità che hanno iniziato a raccogliere donazioni tramite applicazioni mobili, mentre la cattedrale di Uppsala, la più grande del paese e tempio principale della Chiesa di Svezia, accetta anche le carte di credito.

A guadagnarne pare siano proprio le casse delle varie parrocchie, perché la donazione solitamente non si limita più alle monete trovate nelle tasche come racconta il pastore della comunità di Jarna-Vardinge, 50 km a sud di Stoccolma.

Negli Stati Uniti la tendenza è in atto da almeno 10 anni, fra tutte le confessioni, dai metodisti agli episcopali, dai cattolici agli evangelical, e anche in questo caso si mostra una tendenza ad un aumento medio della donazione.

La Chiesa d’Inghilterra, anglicana, ha avviato la sperimentazione la scorsa estate in 40 parrocchie, con la motivazione principale di intercettare anche un pubblico più giovane, abituato oramai ad utilizzare sempre meno i pagamenti in contanti.

La Chiesa riformata del cantone di Neuchâtel sta riflettendo su questa possibilità.

Nulla di scandaloso, un segnale dei tempi i cui riscontri suggeriscono forse di farci un pensiero.