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Prevenire l’incitamento alla violenza. Il ruolo delle religioni

Il Piano d’Azione per i leader e attori religiosi teso a prevenire l’incitamento alla violenza che potrebbe indurre crimini atroci fu lanciato a luglio dell’anno scorso a New York dal segretario generale della Nazioni Unite António Guterres, ed è il primo nel suo genere: l’idea è quella di fornire ai leader religiosi e alle loro comunità gli strumenti per prevenire e contrastare l’incitamento alla violenza. «Si tratta di un’iniziativa pionieristica – si legge in una nota del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) – sia per quanto riguarda i contenuti veicolati, sia in riferimento all’ampia partecipazione di organizzazioni e interessati che vi hanno contribuito».

Il Piano d’Azione che ne è scaturito contiene raccomandazioni concrete al fine di prevenire l’incitamento alla violenza, rafforzare la resistenza delle stesse comunità e costruire meccanismi per dare risposte univoche. Si tratta ora di capire come meglio implementarlo, a cominciare dalla responsabilizzazione delle comunità di fede e dei loro leader.

Di questo ragioneranno dal 13 al 15 febbraio a Vienna numerosi leader e attori religiosi di diverse fedi e denominazioni, rappresentanti della società civile laica e religiosa, ma anche del mondo dell’informazione, degli Stati membri, di organizzazioni multilaterali e di agenzie delle Nazioni Unite. Tra i temi all’ordine del giorno anche la prevenzione dell’incitamento alla violenza di genere e dell’estremismo violento, la collaborazione tra istanze educative e i media, il rafforzamento del dialogo interreligioso e la promozione di società pacifiche, inclusive e giuste. L’augurio è che l’implementazione del Piano d’Azione possa efficacemente prevenire crimini atroci, soprattutto in quelle zone del mondo dove le tensioni e le violenze di natura religiosa e settaria sono frequenti. Scopo ultimo è quello di incentivare il rispetto, la protezione e la promozione dei diritti umani, compresi i diritti alla libertà di opinione ed espressione, alla libertà religiosa e di coscienza e al diritto di riunione e assemblea pacifica.

Il meeting si terrà presso l’”International Center” dell’Ufficio delle Nazioni Unite, ed è promosso dall’Ufficio Onu per la Prevenzione dei genocidi e la responsabilità di proteggere, con il sostegno del Centro internazionale di dialogo (KAICIID), il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), e la Rete dei costruttori di pace religiosi e tradizionali (Network for Religious and Traditional Peacemakers).

Per scaricare il Piano d’Azione in inglese clicca qui.