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Il Cec: «Pace in Colombia»

Isabel Apawo Phiri, vice segretaria generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), ha espresso solidarietà al popolo colombiano e si è detta preoccupata per l’escalation di violenze nella regione.

L’organismo ecumenico in questi giorni è in visita in Colombia «un luogo fortemente colpito dal terrore e dall’emarginazione».

Sono recenti alcuni episodi di violenza: l’attacco ad una stazione di polizia di Barranquilla; un attentato in una riserva indigena nella provincia di Choco e diversi assassinii di leader sociali. Questi fatti che hanno spinto il Cec a farvi visita e ad esprimere preoccupazione «per l’aumento di violenze che impediscono qualsiasi processo di pace», ha affermato Phiri.

Attacchi terroristici e brutali omicidi che sono riemersi e con maggior vigore dall’ottobre 2017, quando è terminato il cessate il fuoco e dopo la sospensione dei negoziati tra il governo colombiano e l’Esercito di liberazione nazionale.

Il paese, da allora, vive in un clima di forti incertezze e grandi preoccupazioni, «ricorrere a violenze per contrastare altre violenze non può essere la soluzione – prosegue Phiri –; questo continuo scambio di atti di forza non fa altro che allontanare e mortificare la causa della pace, indebolendone l’unica via di uscita: la fiducia tra le parti».

Il Cec, insieme alle chiese membro e ai partner in Colombia, chiede a tutti di «pregare per la pace» e alle parti in conflitto «di astenersi da ulteriori violenze e di tornare al tavolo del dialogo per dare nuove speranze del popolo colombiano».