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«Nuovi Giardini»: il terreno fertile dell’integrazione

Arrivare in un paese straniero, con abitudini, cibi, lingue, religioni diverse dalla propria: difficile ambientarsi, abituarsi a odori, colori e suoni estranei. Che cosa può aiutare a farci sentire meglio, più a nostro agio, favorendo l’integrazione e la nascita di nuove amicizie? Magari trovarsi in un luogo rilassante, in mezzo a fiori e ortaggi, curare insieme uno spazio verde…

Questa è stata l’idea dell’Entraide protestante suisse (Eper-Heks), fondata nel 1946 dalla Federazione delle chiese protestanti della Svizzera (Feps) e da allora impegnata in progetti locali e all’estero per i diritti umani e in particolare delle categorie svantaggiate, che ha avviato nel 2011 un progetto che combina i benefici del giardinaggio sulla salute fisica e mentale con i suoi risvolti sociali.

Il progetto «Nuovi giardini» si rivolge in particolare ai rifugiati, adulti e bambini, famiglie e singoli, dando loro un’occasione concreta per impratichirsi con la lingua, ma anche (dettaglio non irrilevante, date le loro condizioni economiche spesso precarie) procurarsi del cibo a basso costo e acquisire competenze professionali. Una risorsa che per molti migranti è davvero vitale, come testimonia uno dei partecipanti nel documento di presentazione del progetto: «Io sono un agricoltore, la terra è la mia vita. Qui mi sono sentito sostenuto e incoraggiato e questo mi ha ridato fiducia in me stesso».

A ogni migrante viene affidato per una stagione (da marzo a ottobre) un pezzetto di terreno da curare insieme a un’altra persona, che può essere uno svizzero autoctono o semplicemente qualcuno che si trova nel paese da più tempo. Ogni «squadra» si organizza per incontrarsi regolarmente e curare lo sviluppo delle piante, ma ci sono anche incontri collettivi organizzati dall’Eper, oltre a corsi di formazione e laboratori settimanali. In questi incontri, oltre ad avere la possibilità di praticare il francese e a ricevere nozioni sulle coltivazioni, i novelli «giardinieri» possono scambiarsi esperienze e informazioni sulla loro vita quotidiana, sui problemi affrontati nel loro percorso di integrazione, ricevendo l’aiuto dei volontari che partecipano al progetto.

Sul sito Internet dell’Eper sono presenti i moduli di iscrizione sia per i rifugiati (in diverse lingue) sia per gli abitanti locali, che mettono a disposizione tempo, volontà di accogliere, e in certi casi anche l’appezzamento di terreno.

Dal 2011 a oggi sono stati attivati quattro orti urbani nel cantone di Vaud (Bex, Yverdon-les-Bains, Lausanne-Montelly e Lausanne-Praz-Séchaud), tre a Ginevra e uno a Neuchâtel.