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In «marcia per le nostre vite»

La Conferenza dei vescovi della Chiesa evangelica luterana degli Stati Uniti (Elca) si è unita alle iniziative di queste settimane a seguito dell’ennesima strage compiuta in una scuola, dove il 14 febbraio scorso un ex studente in Florida ha aperto il fuoco uccidendo 17 persone tra studenti e insegnanti (ne avevamo parlato qui)

A seguito di questa strage, ancora più mortale del famoso episodio della Columbine High School del 1999, si è intensificato il dibattito sul troppo facile accesso alle armi (da un lato) e sull’esaltazione della difesa personale in virtù del secondo emendamento della Costituzione, che riguarda il diritto di possedere armi (dall’altro). Molti hanno posizione, organismi religiosi e gli stessi studenti, che si sono ribellati a un’ottica che vedono come profondamente sbagliata.

Nei giorni scorsi i luterani si sono inseriti in questo dibattito e hanno diffuso una dichiarazione, in cui si richiamano a un precedente messaggio dell’Elca sulla violenza collettiva adottato nel 1994, che rimane (purtroppo) ancora attuale, in cui si diceva (tra l’altro): «Abbiamo il potere di raccogliere la sfida di prevenire la violenza e colpire le cause complesse che rendono la violenza così pervasiva». A quel messaggio era seguito l’anno successivo un altro documento, «Per la pace nel mondo di Dio», in cui i luterani promuovevano azioni concrete, invitando «i membri e i dirigenti di questa chiesa a sostenere i nostri giovani nella lotta per definire la loro identità e vocazione quali costruttori di pace presenti e futuri»…

Un appello che ritorna ora, a distanza di poco più di vent’anni, valido per un’altra generazione di giovani, come se si fosse rimasti fermi allo stesso punto: con questa nuova dichiarazione i vescovi luterani chiedono «un dialogo più approfondito riguardo alla sicurezza nelle scuole e ai diritti e alle responsabilità legati al secondo emendamento». Lo riporta il sito della Federazione luterana mondiale (Flm), spiegando come questa lettera aperta sia stata pensata in vista dell’iniziativa dei ragazzi sopravvissuti alla sparatoria e delle loro famiglie, la «marcia per le nostre vite», per chiedere al mondo politico di combattere efficacemente la violenza delle armi negli Stati Uniti. Questa iniziativa è prevista per il prossimo 24 marzo, con più di 500 eventi a Washington, in altre città statunitensi e nel mondo (Canada, America Latina, Europa e Asia).

La dichiarazione, firmata da 64 vescovi luterani, sottolinea che «questo incidente è l’ultimo di una lunga serie di tragiche sparatorie nel nostro Paese e i giovani stanno chiedendo da diversi anni un cambiamento e una protesta. Alcune di quelle giovani voci sono state ignorate o messe sotto silenzio a causa di un’ingiustizia razziale ed economica. Non possiamo lasciare che quella realtà ci impedisca di agire adesso». E conclude impegnandosi a «offrire il nostro supporto, collaborazione e preghiera per la “Marcia per le nostre vite”, le iniziative nelle altre città, e per i nostri bambini e ragazzi che ci stanno guidando come costruttori di pace».