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Protestanti e cattolici uniti per testimoniare la fede

Dal 9 al 10 marzo a Bruxelles, in Belgio, i membri della Conferenza delle chiese europee (Kek) e del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) si sono riuniti per scambiare opinioni e riflettere sul tema «La testimonianza della fede in un mondo secolarizzato».

Un focus che, intenzionalmente, è collegato all’imminente Assemblea generale della Kek, che si terrà a Novi Sad, in Serbia, e che avrà come titolo, «Sarete miei testimoni».

Christopher Hill, membro della Chiesa d’Inghilterra e Presidente della Kek, tra i diversi i temi affrontati ha evidenziato tre punti, in particolare: la crisi finanziaria, quella migratoria e il caos in Medio Oriente che «richiedono – ha ricordato Hill – una più forte testimonianza della fede cristiana in Europa». Si è poi soffermato sul lavoro che l’Assemblea Generale della Kek, organismo che comprende 116 chiese, opera con spirito di testimonianza cristiana, ogni giorno.

 Il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente del Ccee, aprendo il lavori, ha invece ricordato quanto la chiesa debba «essere sempre rivolta all’esterno, una scelta utile sia per trarre ispirazione dal mondo che la circonda, sia per comunicare speranza a più persone possibili».

Riflettendo anche su come i cristiani dovrebbero estendere  la loro missione in un’Europa secolarizzata, i partecipanti hanno condiviso un proposito, quello di «portare e rappresentare, ovunque si possa farlo, la Buona Novella in tutti gli aspetti della vita umana e in tutti gli angoli geografici dell’Europa».

Sempre più spesso le persone, in Europa, «si sentono – è stato ancora detto – disorientate e sembra che abbiano bisogno di ridefinire cosa significhi essere umani; e quali siano i desideri e le aspirazioni delle persone. Come possiamo indicare la direzione giusta e nel migliore dei modi? Vi è nel mondo, e in Europa, una certa sordità rispetto agli argomenti basati sulla comprensione della ragione. In questo modo – hanno proseguito – la ricerca della Verità è gravemente ostacolata nel dibattito pubblico. In tali circostanze possiamo rinnovare e riaccendere l’annuncio del Vangelo di Gesù Cristo».

La proclamazione della misericordia di Dio è un potente invito per molti «a rivedere le proprie vite ed a riconoscerne il desiderio di misericordia, di compassione, di perdono, di guarigione, per giungere ad un nuovo inizio. Quest’approccio è la porta da oltrepassare; una porta che  esorta a riconoscere i veri e radicali bisogni delle persone. Per proclamare il Signore, infatti, dobbiamo riconoscere la nostra debolezza, mai la nostra forza».

Un richiamo importante, poi, è stato rivolto alla Charta Oecumenica, firmata dalle due organizzazioni nel 2001, per esaminare come questo documento possa essere eventualmente aggiornato e rafforzato.

L’incontro è terminato con una preghiera comune.

Istituito nel 1972, in seguito alla nascita del Ccee (1971), il Comitato congiunto si riunisce ogni anno ed ha il ruolo di definire e supervisionare le iniziative attuate dalla Kek e dal Ccee insieme. Tra le attività intraprese, finora, diversi incontri ecumenici; tre assemblee ecumeniche europee (Basilea, 1989, Graz, 1997 e Sibiu, 2007) e la Charta Oecumenica (2001).