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Verità e giustizia per l’Uruguay

Domenica scorsa, 20 maggio alcune centinaia di persone, cattolici e protestanti, si sono radunate per la Celebrazione ecumenica per la memoria, nel quadro della ventitreesima Marcia del Silenzio che ricorda le vittime della dittatura uruguaiana (1973-1985).

La camminata lungo viale 18 luglio ha visto sfilare migliaia di persone, una delle folle più numerose fra tutte le edizioni, sotto il motto «Impunità, responsabilità dello Stato. Ieri e oggi». Tutti a chiedere verità e giustizia sulle troppe pagine ancora oscure degli anni della feroce dittatura, comprese quelle  sulla sorte di duecento desaparecidos.

La celebrazione ecumenica si è tenuta nella Parrocchia universitaria Obsur, a Montevideo, ed ha anticipato la Marcia. Presenti da un lato il sacerdote cattolico Paul Dabezies e dall’altro la pastora e moderatora della Chiesa evangelica valdese del Río de la Plata Carola Tron. A loro il compito di proporre riflessioni sulla giornata che ripercorre gli anni bui della storia recente dell’Uruguay. Sono state proiettate immagini e video con testimonianze relative alla dittatura e si è terminato con un momento di memoria e preghiera comunitaria e l’invito rivolto ai presenti a partecipare alla manifestazione.

Preghiere e riflessioni congiunte che hanno luogo dal 2015 a fianco della consolidata Marcia, e che riuniscono persone, chiese e organizzazioni cristiane che cercano di costruire una società in cui siano presenti pace, giustizia e verità.

Si cammina in silenzio per «ascoltare in maniera più chiara i loro nomi, che sono i nostri. E lasciarli parlare, perché gli scomparsi parlano di tutti noi, della società che siamo, della società che vogliamo», è stato letto pubblicamente il 20 maggio nella camminata cui hanno aderito anche le locali chiese luterane e metodiste, oltre alla valdese e alla cattolica.

Inoltre, è stato detto: «Seguiamo il percorso iniziato più di 40 anni fa dalle nostre care madri, segnato dal fuoco per l’impegno per i loro cari, per la loro perseveranza, per il loro autentico contributo e lascito: camminare insieme; espandere questa forza contro l’oblio; farlo  collettivamente»  E Infine: «È necessario lottare per una vita che valga la pena per tutti e vogliamo che queste lotte abbiano il loro spazio legittimo, senza dispersi o morti, senza spionaggio, senza impunità».