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Salvare libri a Baghdad

Tratto da gariwo.net

Il Cultural Heritage Rescue Prize è il riconoscimento internazionale assegnato a chi salvaguarda, a rischio della vita, il patrimonio culturale. Quest’anno il premio è stato conferito alla Al-Qadiriyya Library di Baghdad, per «l’incredibile lavoro e l’eccezionale dedizione per preservare il patrimonio culturale e per rafforzare il dialogo e la tolleranza culturale e religiosa».

Il riconoscimento è stato consegnato a Palermo, Capitale della Cultura, da Francesco Rutelli, presidente dell’Associazione Incontro di Civiltà e promotore dell’iniziativa. «Sono molto felice di aver ricevuto questo premio – ha dichiarato il direttore della biblioteca, Syed Khaled -. È la prima volta che la nostra istituzione, impegnata nella conservazione del patrimonio librario iracheno e mesopotamico, riceve questa attenzione internazionale e viene riconosciuta per il suo lavoro».

Lavoro che è diventato cruciale nel 2003, dopo l’arrivo delle truppe USA in Iraq. Dieci biblioteche vennero distrutte nella sola Baghdad, un disastro nazionale oltre ogni immaginazione. La Al-Qadiriyya Library è tuttavia riuscita a salvare il suo tesoro. Uno dei libri più affascinanti che vi si possono ammirare è un testo del 13esimo secolo, che è riuscito a sopravvivere al saccheggio della città del 1258 ad opera del generale mongolo Hulegu – nipote di Gengis Khan – in cui morirono 800mila persone e durante il quale i mongoli bruciarono le biblioteche e gettarono i libri nel Tigri. Il libro custodito a Baghdad è uno dei pochissimi recuperati quel giorno dalle acque del fiume.

Nel 2003 la biblioteca non è stata oggetto di distruzioni per merito del grande coraggio e impegno di personale e volontari – persone comuni, non agenti o guardie armate. Il bibliotecario Abdulmajid Mohamed trascorse un intero giorno con altri membri dello staff nascondendo tutti i volumi più preziosi nei sotterranei e sigillando i nascondigli, anche con l’avvicinarsi degli scontri che insanguinavano le vie della città.
Una nuova minaccia è giunta alla biblioteca dopo il discorso del 2014 del Califfo Al Baghdadi e l’ondata di distruzioni portata avanti dall’Isis. Ancora una volta, l’impegno di Abdulmajid Mohamed e dei suoi colleghi ha permesso il salvataggio dei tesori della biblioteca, i cui scaffali oggi accolgono più di 80mila volumi. 

«Ci piacerebbe molto entrare in contatto con altre biblioteche nel mondo – racconta uno dei bibliotecari – ma qui non siamo abbastanza aggiornati per farlo. Non abbiamo neppure indirizzi email, siamo quasi tagliati fuori dal mondo. Ma siamo felici, e amiamo il nostro lavoro con tutti questi libri».