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La Chiesa anglicana torna a discutere sulle armi nucleari

Si è concluso ieri a York il Sinodo generale della Chiesa d’Inghilterra che si era aperto venerdì 6 luglio. Tra le molteplici questioni affrontate, domenica sera i 260 delegati hanno votato a stragrande maggioranza (solo 26 contrari e 21 astenuti) la mozione «L’etica delle armi nucleari».

Dopo 11 anni – da quando fu presa la decisione di opporsi al programma nucleare Trident del Regno Unito – il Sinodo anglicano è tornato a discutere sulle armi nucleari.

Da allora molte cose sono cambiate nel contesto globale, in particolare a luglio 2017 c’è stata l’approvazione da parte di due terzi dei paesi delle Nazioni Unite del Trattato sulla messa al bando delle armi nucleari che per la prima volta ha dichiarato fuori legge le armi di distruzione di massa. Tra i paesi che non hanno firmato il Trattato anche il Regno Unito.

Con questa mozione la Chiesa d’Inghilterra si è unita ai metodisti, ai battisti, ai quaccheri, alla Chiesa riformata unita e alla Chiesa di Scozia nel richiedere al governo del Regno Unito di impegnarsi per la messa al bando delle armi nucleari.

La mozione è stata presentata dal vescovo di Chelmsford, Stephen Cottrell, che ha dichiarato che non può più essere accettabile per il Regno Unito e per gli altri paesi possedere, testare e acquisire armi nucleari con la motivazione di salvaguardare la sicurezza nazionale e internazionale.

Gli oratori che sostenevano la mozione hanno sottolineato la minaccia che le armi nucleari rappresentano per la creazione, hanno denunciato i costi elevati per garantire tali arsenali, e hanno richiamato la vocazione dei cristiani a cercare la pace. Quelli invece che hanno espresso riserve hanno evidenziato il rischio di impoverire alcune aree del paese che dipendono dall’economia dell’industria nucleare e hanno sostenuto che il possesso delle armi nucleari ha funzionato come deterrente durante il periodo della guerra «fredda».

Come ha detto il vescovo Cottrell, la mozione è un serio tentativo di coinvolgere il Governo britannico in una delle questioni più importanti e forse più controverse del nostro tempo. Ci sono già stati momenti in cui si è sfiorata la minaccia di un conflitto nucleare, e le chiese devono fare tutto il possibile per archiviare questa possibilità.

La mozione in realtà non dice al Governo di firmare il Trattato del 2017 o di rinunciare alle armi nucleari. Chiede semplicemente a Theresa May di «rispondere positivamente» al nuovo trattato e di portare avanti l’impegno al Trattato sulla Non proliferazione delle armi nucleari (firmato 50 anni fa), e al lavoro verso il disarmo nucleare.

La Chiesa d’Inghilterra è convinta che quando le chiese cristiane parlano con una voce chiara ed unita a favore della pace e della giustizia, possono veramente fare la differenza nella società.