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Cesare De Michelis, la passione per i libri e per la sua Venezia

Spirito libero, acuto e brillante Cesare De Michelis se n’è andato pochi giorni prima di compiere 75 anni, addormentandosi per sempre a Cortina, dove trascorreva le vacanze. E durante un’intensa cerimonia presieduta dalla pastora Ilenya Goss, in centinaia, tra veneziani comuni e amici di una vita come Massimo Cacciari, gli hanno dato l’ultimo saluto nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, poiché la piccola chiesa valdese e metodista veneziana non avrebbe potuto contenere tutti.

Era nato il 19 agosto 1943 a Dolo in provincia di Venezia, ma nella città lagunare ha sempre vissuto. Il nonno, Cesare anche lui, era pastore metodista, inviato nei primi anni del ‘900 a svolgere il suo servizio in Veneto. I suoi genitori, Turno De Michelis e Noemi Borghello, si erano conosciuti alla Montedison di Porto Marghera, entrambi avviati verso brillanti percorsi dirigenziali.

Cesare aveva una sorella e tre fratelli, tra cui Gianni, che negli ‘60 sospese una brillante carriera accademica come chimico per diventare uomo politico tagliente e controverso. Ma la passione bruciante di Cesare era un’altra: quella dei libri. Un amore sbocciato presto, che non lo ha più abbandonato. Studioso raffinato, appassionato di cinema, aveva una biblioteca sterminata composta da centomila volumi. «Quando cominciai [a fare l’editore] – confessa sul sito di Marsilio – sapevo e non sapevo che l’editoria moderna era nata a Venezia con Aldo Manuzio fra Quattro e Cinquecento». Per questo, la casa editrice fondata nel ‘61 a Padova da un gruppo di giovani laureati, volle spostarla in laguna, dove si trova da quasi cinquant’anni. Lui alla Marsilio era arrivato poco dopo, nel 1965, appena uscito dall’università come studente e già pronto a rientrarci come docente. Ma pronto soprattutto a prendere in mano le redini di un’attività che avrebbe resa unica e vitale pur nelle tempeste che hanno scosso il mondo editoriale nel corso dei decenni, grazie a scelte che ne garantissero la solidità finanziaria senza intaccare l’autonomia delle scelte editoriali.

Cattedratico di letteratura a Padova, attivo nella vita culturale e anche politica di Venezia (ne fu assessore), aveva un’abilità speciale nello scoprire talenti e fenomeni letterari: Susanna Tamaro, Margaret Mazzantini, i giallisti nordici capitanati da Stieg Larsson con la sua saga Millennium sono solo alcuni esempi. Lo scorso anno aveva ricevuto le insegne di Cavaliere del Lavoro dal presidente della Repubblica Mattarella proprio per i risultati raggiunti con la Marsilio. Risultati brillanti, condivisi con la moglie Manuela Bassetti. E la casa editrice ora che non c’è più, ricorda il suo storico presidente con quello che è diventato il suo motto: «È più importante vendere i libri che si fanno che fare i libri che si vendono». Al figlio Luca, attuale amministratore delegato Marsilio, il difficile compito di proseguirne l’opera.