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Giustizia riparativa per le vittime dell’immigrazione

«Da anni abbiamo la percezione di dover reagire, fare qualcosa rispetto alla “frontiera”, che per noi è costituita non dal Mediterraneo ma dalle Alpi»: con queste parole il pastore della chiesa valdese di Como, Andreas Köhn, introduce la nuova iniziativa in cui è coinvolta la comunità. «Da un paio d’anni siamo confrontati con la presenza di migranti che sono stati respinti al confine, e che nel territorio comasco vengono aiutati da diverse organizzazioni, come la Caritas. Ci siamo chiesti che cosa potevamo fare come comunità valdese, nel nostro specifico».

L’iniziativa, nuova per il territorio, si inserisce nel contesto generale di crescente interesse sul tema della tutela delle vittime (si pensi ad esempio al progetto della Rete Dafne, di cui avevamo parlato qui o alle numerose iniziative diaconali di ambito metodista e valdese in Sicilia): un corso di specializzazione universitaria in giustizia riparativa e mediazione umanistica dal titolo «Tutela delle vittime, mediazione penale e sociale» promosso dal Cesgrem (Centro studi sulla giustizia riparativa e la mediazione) dell’Università degli studi dell’Insubria, sede di Como e Varese, in sinergia con il progetto «Contatto-trame riparative nella comunità» e appunto la chiesa valdese di Como.

Il tema d’interesse è proprio la tutela delle vittime, in particolare quelle dell’immigrazione, nell’ambito della giustizia riparativa (Restorative Justice), che, osserva il pastore, «riguarda un nuovo sguardo nella mediazione di conflitti in cui vengono violati i diritti e, concretamente, i corpi di persone con cui abbiamo a che fare quotidianamente».

Il corso di specializzazione, continua Köhn, «è aperto a tutte le persone che abbiano conseguito una laurea triennale e intendano approfondire le loro conoscenze e capacità per lavorare in tutti gli ambienti in cui è necessaria una preparazione qualificata nella mediazione dei conflitti: la giurisprudenza, ma anche le scuole o le chiese. Ovunque vivono (e confliggono) gli esseri umani è necessario saper convivere in maniera pacifica, o risolvere contrasti anche violenti».

Docenti del corso saranno Grazia Mannozzi, direttrice del Cesgrem, e Giovanni Angelo Lodigiani, entrambi docenti di Diritto penale e Giustizia riparativa e mediazione penale all’Università degli Studi dell’Insubria, nonché autori di La giustizia riparativa. Formanti, parole e metodi (Giappichelli Editore, 2017), una delle rare pubblicazioni in Italia dedicate al tema, tra cui ricordiamo il manuale di Marinetta Cannito Hjort pubblicato da Claudiana nel 2017, La trasformazione dei conflitti. Un percorso formativo (2017).

Nella speranza della chiesa valdese, conclude il pastore, dal corso dovrebbero emergere le professionalità da impiegare in un nuovo sportello di ascolto, per dare ai migranti un primo orientamento di base sui loro diritti (quindi non una consulenza specifica, legale o psicologica).

Il corso comincerà il 20 ottobre (dopo una giornata inaugurale il 10) e avrà durata di 200 ore suddivise in 12 unità di un weekend mensile ciascuna, per la durata di un anno.

Le iscrizioni si chiuderanno il 15 settembre e le domande di ammissione vanno effettuate inviando una mail, corredata da curriculum vitae, all’indirizzo cesgrem@uninsubria.it. Per ulteriori informazioni su docenti, metodologie, quote di partecipazione e modulo di iscrizione si può visitare il sito Cesgrem a questo indirizzo.

Le sedi in cui si terranno le lezioni rispecchiano i vari soggetti coinvolti: Università degli studi dell’Insubria (v. S. Abbondio 12), Csv-Insubria, sede di Como (v. Col di Lana 5) e chiesa valdese (v. Rusconi 21).