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Dio dà la forza per affrontare le difficoltà

Non avrai da temere lo spavento improvviso, né la rovina degli empi, quando verrà; perché il SIGNORE sarà la tua sicurezza, e preserverà il tuo piede da ogni insidia
Proverbi 3, 25

Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza
Efesini 6, 10

I guai, se non li puoi evitare, affrontali! 

Può sembrare ovvio, se non banale; si vedrà.

Il passo dai Proverbi appartiene alla «letteratura sapienziale», genere letterario che raccoglie insegnamenti utili per la vita, espressione della saggezza maturata dall’esperienza di generazioni. Il messaggio fondamentale è semplice: una vita vissuta saggiamente, con avvedutezza e senso della misura, nel timore del Signore, sarà lunga, prospera e senza grandi sventure; da ciò che dipende da noi ci tutelerà la nostra prudenza, al resto penserà Dio. Di ciò che non è dipendente da noi sono parte lo spavento improvviso, cioè il male inatteso e imprevedibile, l’aggressione aperta di empi nemici, l’insidia nascosta. 

La sapienza tradizionale ci offre una «dritta», per evitare i guai: non cercarli, per prima cosa, e per il resto affidati al Signore. L’esperienza, tuttavia, ci insegna che i guai arrivano anche per i giusti e i saggi, come capita a Giobbe, che Dio stesso riconosce essere un giusto. La riflessione sapienziale si trova a fare i conti con l’evidenza: talvolta, i buoni penano e i cattivi se la passano bene, almeno in apparenza; si dice, infatti, che il Signore non paga il sabato. Talvolta i guai vanno affrontati, l’esortazione iniziale non è, alla fine, né ovvia né banale, perché insegna che le situazioni difficili vanno affrontate, non subite. 

Fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza.

Quando non ce ne tenga lontani o non ce ne tiri fuori, Dio ci dà la forza, la determinazione e la motivazione per affrontare il combattimento; comunque vada, in Lui abbiamo già vinto, siamo suoi e nulla ci potrà separare da Lui. Ne era ben consapevole Dietrich Bonhoeffer, che, in attesa della condanna a morte, dal carcere della Gestapo, a Capodanno del 1945 così conclude una sua struggente poesia: Da potenze benigne prodigiosamente protetti, attendiamo consolati quello che accadrà. Dio ci è al fianco alla sera e al mattino, e certissimamente, in ogni giorno che verrà.