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Il Consiglio delle chiese cristiane Usa contro i tagli ai fondi per i rifugiati palestinesi

Il Consiglio nazionale delle Chiese cristiane negli Stati Uniti (NccUsa) si unisce alla comunità ecumenica di tutto il mondo per chiedere al governo degli Stati Uniti di invertire la decisione di porre fine ai finanziamenti per l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e il lavoro (Unrwa) rivolti ai rifugiati palestinesi. «Ci uniamo al Consiglio mondiale delle chiese (Wcc) nel nominare questa azione “immorale e ingiusta, perché spinge i rifugiati palestinesi verso la disperazione, lo sconforto, l’assenza di prospettive positive”».

Gli Stati Uniti non sono l’unico finanziatore dell’Unrwa, ma la decisione dell’amministrazione Trump apre una voragine di  200 milioni di dollari nelle casse dell’agenzia, e la sola conseguenza sarà di lasciare alcune delle persone più vulnerabili del mondo senza le risorse necessarie per vivere in una società sana.

Secondo Nbc News, «le scuole dell’Unrwa forniscono istruzione a 515.000 bambini. L’organizzazione fornisce anche assistenza sanitaria, aiuti umanitari, servizi sociali e altri tipi di supporto a quasi 2,1 milioni di rifugiati palestinesi nel West Bank (Cisgiordania) e nella Striscia di Gaza, a 2 milioni in Giordania,  a 560.000 in Siria e a 450.000 in Libano».

Inoltre, si legge nel testo delle chiese statunitensi «i tagli specifici ai finanziamenti per gli ospedali minacciano il futuro di queste istituzioni e rappresentano una grave minaccia per i palestinesi. Questi tagli addizionali servono solo a punire i palestinesi per ciò che l’amministrazione Trump considera un atteggiamento inadeguato nei negoziati politici in corso. Come ha affermato Hanan Ashrawi (la donna politica palestinese appartenente alla minoranza anglicana, già portavoce dell’Autorità nazionale palestinese), “Un tale atto di ricatto politico va contro le norme della decenza e della moralità umane”».

«Inoltre, – si legge ancora-  ci uniamo anche al vescovo Elisabeth Eaton della Chiesa Evangelica Luterana in America nel chiedere lo sblocco di 25 milioni di dollari dei fondi statunitensi per l’anno fiscale 2017, anche questi ingiustamente trattenuti, per l’Augusta Victoria Hospital (Avh) a Gerusalemme est. Questi tagli ai finanziamenti hanno messo in grave pericolo l’operato dell’ospedale, una fonte di cure oncologiche all’avanguardia. In definitiva, con lo spostamento dell’ambasciata statunitense a Gerusalemme, e ora con lo stop dei finanziamenti umanitari ai rifugiati palestinesi, una pace che fornisca una soluzione a due stati sia per palestinesi che per israeliani è ipotesi sempre più remota».

Foto: distruzione nella Striscia di Gaza