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Un culto ghanese per celebrare la Pasqua

Il 14 aprile si è svolta a Vicenza la Ghanaian Easter Convention: come ormai è consuetudine da parecchi anni, i membri di chiesa di origine ghanese che vivono nel Nord Italia si sono incontrati la domenica della Palme per celebrare insieme la Pasqua. È un’occasione per (ri)vivere un culto come lo celebrerebbero nel loro Paese e come è rimasto nei loro cuori, un’opportunità per far sperimentare anche ai più giovani questo stile liturgico diverso, per far conoscere ai fratelli e sorelle indigeni cosa significhi, per loro, celebrare un culto solenne e infine un modo per ritrovarsi tutti e tutte insieme in una giornata di canto e preghiera, di fede e spiritualità. E di spiritualità se ne respira davvero molta, vissuta coi cuori e con le menti, ma anche con i corpi, insomma con tutto il proprio essere.

Come sempre, il culto è iniziato con la processione del coro, che ha guidato verso il pulpito i celebranti, insieme a tutti/e i/le pastori/e presenti e ai/alle leader, italiani/e e ghanesi, delle varie comunità ed è continuato col gioioso momento di lode iniziale, durante il quale ci si saluta e ci si abbraccia con la gioia di sapersi amati dal Signore e accolti, ancora una volta, nella Sua casa.

Successivamente abbiamo vissuto l’intenso momento della preghiera di intercessione: mentre scorre una musica di sottofondo, il celebrante invita i credenti a pregare tutti insieme, ma ognuno per conto proprio, su oggetti specifici: la Chiesa, il Paese che ci ospita, i suoi governanti, il Paese d’origine, le persone bisognose o ammalate, le nostre richieste personali, e così via. In questo modo, la preghiera di ciascuno/a acquista forza dal fervore dell’assemblea in cui si è immersi.

Dopo le tre letture bibliche, la predicazione è stata tenuta dal pastore Danso in inglese, ma a beneficio degli italiani presenti tutto è stato tradotto simultaneamente con grande impegno ed efficacia da tre giovani donne, che hanno permesso a tutti e tutte noi di seguire ogni parte del culto. 

Era presente, per l’ultima volta nel ruolo di Moderatore, il pastore Bernardini, che ha lasciato un suo messaggio a questa famiglia della nostra Chiesa, di riconoscenza per il passato e di fiducia per il futuro. Il suo discorso ha permesso a tutti e tutte noi di ripercorrere col pensiero quello che è ormai divenuto un lungo cammino, questo nostro voler Essere Chiesa Insieme, ostinatamente, nonostante le salite e le difficoltà, grazie all’impegno di tanti e tante ma sopratutto alle molte gioie e benedizioni che abbiamo ricevuto. Accanto al Moderatore erano presenti alcuni pastori e pastore e un certo numero di nativi italiani che insieme ai ghanesi hanno saputo e voluto cantare, ballare, ascoltare e soprattutto pregare il Signore. 

Certo chi è nato e cresciuto nelle nostre chiese italiane non è abituato a culti di 4 ore e al volume piuttosto elevato della musica, così come non canta il “Te Deum” e non è solito portare la propria  colletta danzando gioiosamente, ma per tutti si è trattato di un’occasione benedetta di scambio, di conoscenza e, soprattutto, di preghiera accanto a fratelli e sorelle che si sanno abbandonare con gioiosa fiducia a quel Signore che ci ha amati per primo senza creare ponti e distinzioni all’interno del Suo popolo, ma invitandoci ad amarci gli uni, gli altri.

Tratto da chiesavaldese.org