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Lodare Dio senza chiedere nulla

Venite, cantiamo con gioia al SIGNORE, acclamiamo alla rocca della nostra salvezza!
Salmo 95, 1

E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo
Atti 2, 46-47

Prima di ascoltare il canto di questo credente è bene chiederci se oggi, noi credenti occidentali, siamo capaci di cantare con gioia al Signore, cioè di rendere lode al nostro Dio. Io sono convinto che siamo capaci di compiere tante altre cose riguardo al nostro rapporto con Dio: richieste per trovare sempre successo nel nostro fare, richieste di perdono per non incorrere nella punizione divina, richieste per poter essere migliori di altri e avere maggior potere personale. Noi ci poniamo davanti a Dio solamente per trarre un vantaggio personale!

Oggi il credente antico si presenta sul nostro cammino con questa preghiera per noi strana, non usuale e anche incomprensibile: lodare Dio senza chiedere nulla. Lodare Dio senza trarne un beneficio. Lodare Dio solamente perché in noi è esplosa una gioia immensa! Così avvenne per il contadino della parabola evangelica: Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo, che un uomo, dopo averlo trovato, nasconde; e, per la gioia che ne ha, va e vende tutto quello che ha, e compra quel campo (Matteo 13, 44).

La grande gioia, che nasce dalla fede umile e ricolma di amore, non può rimanere rinchiusa nelle pagine della Bibbia, ma deve essere parte della nostra giornata per sostenerci e per correggerci, per trasformare la nostra mente e il nostro cuore affinché sia confessato ogni giorno chi è il nostro Signore: Colui che ci ama ed è veramente rocca della nostra salvezza!