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Lagos, 2019

«La politica è sporca, il nostro voto non conta nulla». A pensarlo è il 65% dei nigeriani. Più precisamente la fascia che copre la generazione nata subito dopo le dittature militari che hanno seguito l’indipendenza del Paese. Hanno tra i 18 e i 35 anni, rappresentano il blocco principale dell’elettorato (circa il 51%) e per la prima volta hanno potuto eleggere il nuovo presidente della Nigeria. Il 23 febbraio 2019, nonostante le numerose critiche, Muhammadu Buhari, con il 55% dei voti, è stato rieletto per guidare la più grande democrazia d’Africa.

Adrian Igoni Barrett (Port Harcourt, 1979) ha il sorriso aperto di chi non teme il mondo e ha qualcosa di importante da dire, da raccontare. Nato e cresciuto in Nigeria, frequenta gli studi in agraria e un giorno capisce che nella vita vuole diventare uno scrittore: si trasferisce in campagna e inizia a scrivere racconti.

L’amore è potere o almeno gli somiglia molto è il suo esordio che lo ha fatto conoscere nel suo Paese ma anche oltre i confini nazionali. «Volevo solo scrivere dei racconti, e poi mi sono accorto che tutte quelle storie avevano in comune una cosa: l’amore»

I protagonisti di questa raccolta sono meravigliosi e dannati, umani e giganti, donne, ragazzi, madri, figli e amanti. Sullo sfondo una città caotica, sempre aggredita da un caldo incessante ma viva di spunti, di suoni, colori, voci e anime. Esattamente come Lagos, la capitale nigeriana che conta 16 milioni di abitanti ognuno con i suoi desideri, frustrazioni e storie.

Storie brevi in cui l’amore si manifesta in minuscolo (le cure di una moglie sfinita e devota), attraverso incontri inaspettati (una madre che rimpiange l’affetto dei figli lontani e irriconoscenti), povertà, tradimenti e bugie.

Barrett riesce a raccontare una realtà che conosce perché l’ha vissuta; genuina e tenera come l’innamoramento proibito tra due cugini acerbi, straziante e feroce tra le strade in cui le regole vengono dettate e poi dimenticate da bambini abbandonati a sé stessi.

L’amore è potere o almeno gli somiglia molto è un titolo impegnativo, lucido e immediato nato da una conversazione spontanea ma perfetto per essere promemoria, narrazione e anche critica.

Una finestra aperta su una realtà che non si conosce e non si potrà mai farlo per intero e sui numerosi aspetti di un Paese che continua a crescere (si stima che nel 2050 la Nigeria sarà abitata da 210 milioni di persone), si scopre ingestibile ma immobile nel profondo.

L’amore è potere, o almeno gli somiglia molto,A. Igoni Barrett, 66thand2nd, 245 p., 16,00 euro

Quella metà di noi

Matilde ha una casa in un quartiere che si chiama Barriera di Milano, un lavoro in centro a Torino e una figlia – Emanuela – che le chiede di tutto e non sa dare nulla. Matilde nasconde un segreto e i ricordi di un marito che l’ha lasciata sola presto e triste subito, un’amica sudamericana che le ricorda come vivere e un datore di lavoro infermo e lucidissimo.

Una storia piccola, di mondi che si intersecano, cuori spezzati e attese che non sanno finire. Una lettura leggera e piena che ha sfiorato il Premio Strega 2019 e lascia una traccia nello sguardo di chi ha conosciuto e percorso le strade di Torino e di Matilde.

Quella metà di noi, Paola Cereda, Giulio Perroni Editore, 162 p., 12,00 euro