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Sarà la presidente di tutto il popolo europeo?

Questa settimana il Parlamento europeo ha approvato la nomina di Ursula von der Leyen come nuova presidente della Commissione europea. 

Nel suo discorso al Parlamento europeo, la neo presidente von der Leyen si è impegnata a condurre una serie di azioni in ambito sociale relative all’occupazione, tra cui una nuova normativa sui salari minimi, un’estensione delle garanzie per i giovani e l’introduzione di atti contro la disoccupazione. Tuttavia, non ha fatto riferimenti all’impegno di ridurre la povertà e le disuguaglianze in senso lato, e ha collegato le sue proposte al mercato del lavoro piuttosto che alla dignità e alla partecipazione sociale dei cittadini nel loro complesso. Pur facendo riferimento alla necessità di un piano d’azione per attuare il pilastro europeo dei diritti sociali, non ha fatto riferimento ad alcun approccio legislativo a tale riguardo né ad alcun aumento degli investimenti nei servizi sociali e sanitari nel contesto del semestre europeo. I suoi riferimenti alla migrazione sono stati incentrati sulla sicurezza territoriale e sulla difesa, con un riferimento alla necessità di riformare l’approccio dell’UE all’intera questione.

La nomina di Ursula von der Leyen è stata accompagnata da polemiche a causa dell’abbandono del processo di Spitzencandidate (candidato proposto agli elettori al momento delle elezioni) e della natura “a porte chiuse” della decisione del Consiglio europeo di nominarla. È cruciale che lei ora dimostri di essere il Presidente eletto dei cittadini europei e non di 28 capi di Stato e utilizzi i prossimi mesi, prima del suo ingresso in carica a novembre, per sviluppare un programma per i prossimi 5 anni che metta al centro benessere sociale, investimenti nei servizi e riduzione delle disuguaglianze. Eurodiaconia lo monitorerà e collaborerà con i membri per cercare di influenzare il lavoro da svolgere.